Gli studi sui cambiamenti climatici e le domande degli scienziati alla politica sono stati i temi dell’incontro dei Giovedì Culturali con Antonio Navarra, presidente della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e professore ordinario di Oceanografia e fisica dell’atmosfera all’Università di Bologna, e Angelo Tartaglia, già professore di Fisica al Politecnico di Torino e membro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Dal 2015 il professor Navarra svolge l’attività di Focal Point Ipcc per l’Italia, un punto di incontro tra il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, la comunità scientifica e l’opinione pubblica nazionale al fine di favorire il mutuo scambio di informazioni sulle attività in corso. Il professor Tartaglia è autore del libro Clima – Lettera di un fisico alla politica  (Edizioni Gruppo Abele, 2020).

Navarra ha illustrato le rappresentazioni virtuali che consentono di simulare matematicamente i cambiamenti climatici: dal 1990 nei rapporti dell’Ipcc sono stati utilizzati progressivamente celle sempre più piccole (dai 500 km iniziali ai 30 attuali) che consentono una precisione sempre maggiore. L’aumento della CO2 comporta un incremento delle temperature e uno spostamento delle fasce di precipitazione verso Nord, con una diminuzione delle piogge nell’area mediterranea.

Tartaglia ha ricordato che siamo in una fase di emergenza con cambiamenti che tendono a diventare sempre più rapidi. “Le decisioni reali prese dalla politica non vanno nella direzione di mitigare le conseguenze e frenare l’evoluzione dei cambiamenti. Da qui nasce l’idea di scrivere il libro. Perché siamo arrivati a questo punto e cosa dobbiamo cambiare? C’è incompatibilità tra l’economia e l’equilibrio della biosfera – ha spiegato il professore – Serve una riorganizzazione dei meccanismi fondamentali dell’economia, la crescita è insostenibile e incompatibile con l’equilibrio del pianeta”. È preoccupante anche il consumo di suolo che in Italia è pari a due metri quadrati al secondo. Il terreno assorbe acqua, mitiga le ondate di calore e il suo contenuto organico assorbe anidride carbonica fissandola.

Anche Navarra ha detto che “esiste un problema di gestione del rischio identificato da tenere in conto nella pianificazione. Certi cambiamenti arriveranno comunque e quindi vanno messe in atto politiche di adattamento. Servono nuove tecnologie e una crescita buona e sostenibile che sviluppi energie rinnovabili”.

Sulla Cop 26 di Glasgow, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il climatologo ha spiegato che il documento deve essere approvato da tutti i Paesi partecipanti. Complessivamente la sua valutazione è positiva per l’accordo sulla riduzione dei combustibili fossili e perché si è mantenuto l’impianto degli accordi di Parigi sul clima.

Ma che rapporto c’è tra scienza e tecnologia? “Si pensa che la tecnologia trovi sempre una soluzione – ha affermato Tartaglia – La scienza in realtà individua ciò che non si può fare molto meglio di ciò che si può. Non esistono fonte illimitate di energia e il pianeta ha dei limiti. Stiamo compromettendo il futuro delle prossime generazioni, aumenteranno gli scontri sociali e le migrazioni per ragioni ambientali. La crisi sociale sarà la più difficile da gestire”.

Anche Navarra ha ricordato che “serve un portafoglio di diverse misure e soluzioni. L’Europa deve essere pronta a mettere in atto i processi di abbattimento delle emissioni”.

Qui potete rivedere l’incontro