Nella vita, tanto personale quanto professionale, sono stato fortunato. Ho incontrato persone molto diverse da me e sono riuscito ad imparare, da loro, cose che da solo non avrei mai potuto capire. Giorgio è una di quelle persone, una delle più importanti e una delle più diverse da me. Se ti approcci a persone diverse e diventi loro amico, hai la possibilità di mettere insieme più vite e di non vivere solo la tua. Attraverso il confronto aperto con loro, impari cosa si prova e cosa si pensa dalla prospettiva di qualcun altro.

Era il 2000. Io finivo il liceo e lui, già 60enne, venne a presentare il Progetto Giovani. “Osai” interloquire con lui dandogli del “tu” e stabilimmo un contatto. Da quel giorno ci sono state pochissime cose di cui io e Giorgio non abbiamo parlato con trasparenza e sincerità. Dalla famiglia all’amicizia, dalle attività culturali al senso politico delle cose che facevamo, dai dubbi (continui) alle (poche) certezze.

Non parlerò solo di Giorgio, a lui non sarebbero piaciute eccessive celebrazioni (anche se qualche tratto del suo carattere apprezzava il riconoscimento dei suoi meriti) Parlerò di Giorgio e di quello che ci ha insegnato, cercando di rappresentarlo nelle cose che vedete in questa sede o che facciamo in città.

Voglio raccontare alcune cose che ha insegnato a me, che ha insegnato a noi di Cultura e Sviluppo e di SociAL, attraverso 5 parole che descrivono bene il Giorgio che io ho conosciuto. Non voglio santificare la sua figura. Era una persona la cui rigidità e la cui apparente freddezza, a volte, creavano incomprensioni, distanze, imbarazzi e discussioni. Tutto temporaneo, però. C’era sempre il modo e il tempo di recuperare.

Amicizia
Una parola che usava spesso, ma non a vanvera. Sentivi nel tono che gli dava tutto il peso possibile di quella parola, quasi a volerti ricordare continuamente che era una cosa importante, fatta di rispetto, affetto, dialogo e cooperazione. Stare insieme, confrontarsi serenamente senza pregiudizi, comunicare. Esserci fisicamente, razionalmente ed emotivamente
La partecipazione (primo principio guida dell’associazione)
Le serate culturali, i momenti aggregativi con i giovani. Tutta questa è partecipazione, per noi.

Profondità (io tendo ad essere più superficiale e veloce)
Mi ha insegnato il vero valore dell’approfondimento. L’approfondimento è giustizia. Solo se conosci bene le cose, puoi maneggiarle con correttezza e prendere decisioni corrette, praticabili e giuste.
Impegno culturale (secondo principio guida dell’associazione)
La nostra attività culturale e formativa, la cura nella scelta dei relatori e dei programmi formativi, la costruzione di senso che spendiamo dietro ad ogni piccolo o grande evento o strategia dell’associazione. A volte abbiamo difficoltà nel mantenere questa caratteristica in una società dalle velocità vorticose. Per fortuna siamo in tanti. C’è chi presidia. Abbiamo gli anticorpi.

Accoglienza (io spesso pecco di arroganza)
Non giudicava mai senza aver ascoltato tutto. Dava seconde possibilità di spiegarsi. Non faceva pesare la sua esperienza e la sua cultura (a volte sembrava quasi se ne vergognasse) Quasi ricominciava da capo con te…come se ogni tuo pensiero fosse nuovo e originale.
Metodo democratico (terzo principio guida dell’associazione)
Dal Progetto Giovani a tutta l’area giovani, stimoliamo attraverso la cura delle competenze trasversali, le cosiddette soft skills, questo approccio alle cose. Tutti devono sentirsi accolti e si decide insieme dove si va.

Impegno
Sei ti diceva “si, ti aiuto”, ci metteva tutto sé stesso nello studiare il contesto, nell’applicare ogni sua energia (ad esempio la Fondazione SociAl) e nel “giocare” con tutte le sue forze, come se quella fosse la cosa più importante da fare.
Etica della responsabilità (quarto principio guida dell’associazione)
L’associazione ragiona, mette in atto delle azioni culturali e poi le porta avanti convinta che si possa, si debba cambiare quello che ci vediamo intorno. Con la consapevolezza del ruolo limitato che abbiamo quando s’incontrano altri attori del territorio ma anche la tenacia di chi, preso un impegno, vuole portare cambiamento sistemico al contesto locale.

Pazienza (io sono irrequieto)
La convinzione che le cose complicate si potessero affrontare con le dovute risorse e conoscenze. Che ogni idea abbia un tempo giusto per maturare e poi funzionare.

Da questo spirito nasce tutto quello di cui avete sentito parlare, nasce la Fondazione SociAl, Centro Congressi Alessandria,
AlessandriaNews. Nasce Cultura e Sviluppo e tutte le attività complesse che portiamo avanti con decine e decine di partner sul territorio.

Cerchiamo tutti i giorni di fare il meglio possibile, sperando di portare avanti la memoria del nostro amico Giorgio nel migliore dei modi.

Quindi, da parte di Giorgio Barberis, Marzia Abelli, Elena Salvarezza, Deborah Favareto, Marco Madonia, Marco Caneva, Davide Caruso, Silvia Sacchi, Gianluca Ivaldi, Valentina Baldovino, Andrea Moretti, Elisa Campanella, Francesca Gay, Valeria Trivellato, Francesca Previti, Luca Matrisciano, Emanuele Rachiele e mia:
Grazie Giorgio, continuiamo noi.

Alessio Del Sarto