Tre persone che praticano il diritto, in Parlamento, come avvocato e come docente: all’incontro di presentazione del libro La forma del cuore (Mursia, 2021) l’autrice Monica Cirinnà ha dialogato conosciute Elena Bigotti, avvocata e consigliera di fiducia dell’Università del Piemonte orientale e con Roberto Mazzola, professore ordinario di Diritto ecclesiastico nella stessa Università.

Monica Cirinnà è stata eletta senatrice nelle liste del Pd e il suo nome è legato alla legge approvata nel maggio del 2016 che riconosce anche in Italia le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

“Perché un romanzo per parlare di diritti? Tra la narrativa e il diritto la distanza è ridotta – ha spiegato Mazzola – Il diritto racconta storie e ha contenuto di tipo narrativo, la letteratura suscita interrogativi, obbliga a confrontarci con una diversità e consente di avvicinarsi a territori che il diritto non riesce a penetrare”.

“È una storia d’amore tra una fuciliera dell’esercito italiano e una novizia in attesa della conferma dei voti, variamente contrastata da altri personaggi. La dimensione privata e pubblica si alternano in ogni parte del romanzo – ha detto Elena Bigotti – Monica Cirinnà fa anche un cameo nel libro come amica di uno dei personaggi. Emerge anche il senso di comunità nelle città del libro, Lourdes e Napoli. Ma perché è nato questo libro, qual era l’urgenza e il desiderio?”.

“È una storia vera, vissuta in prima persona. Ho portato in Parlamento una legge divisiva ma che ha reso felici tante persone – ha ricordato Monica Cirinnà – Nel libro c’è una storia d’amore vera di persone conosciute. È ambientata a Napoli ma in realtà è avvenuta in un’altra città. Ho scritto questo romanzo per usare in modo semplice la narrazione di cose difficili e per affrontare con rispetto e leggerezza la vita degli altri. Entrambe le donne protagoniste sono nascoste dietro le divise, una è militare l’altra suora, che in qualche modo mascherano e proteggono”.