Da aprile 2023 è attiva ad Alessandria la Consulta comunale per la mobilità sostenibile e siamo arrivati ad avere 26 km di corsie ciclabili in città. Ma a che punto siamo con la città intelligente e la promozione di politiche di mobilità sostenibile? Ne abbiamo parlato nell’incontro organizzato a Cultura e Sviluppo con Fiab Alessandria Gliamicidellebici e il supporto di Associazione Sine Limes, Ciclofficina Ri-Cyclo, BlogAl, Uisp Alessandria, Azienda Ospedaliera Universitaria Alessandria e Asl Al Alessandria. il tavolo è stato moderato da Daniela Pestarino.

Elena Milazzo, fondatrice dell’agenzia di comunicazione Sottosopra, ha illustrato le strategie comunicative del progetto Bologna Città 30. Come come superare i pregiudizi che nascono verso nuovi progetti? Dalla moderazione della velocità solo per fare cassa con le sanzioni al non poter rimanere in equilibrio o inserire la terza in auto: sono alcune delle idee che circolavano senza pensare al miglioramento della vita delle persone. “Della città 30 sappiamo poco, per ora esistono solo Olbia e Bologna. Se c’è scarsa conoscenza attecchiscono i pregiudizi. Ma non possiamo opporre un altro pregiudizio. Cerchiamo conferma di ciò che sappiamo o pensiamo e abbiamo bisogno di conformarci al pensiero dominante” ha spiegato Elena Milazzo.

Tra le strategie della comunicazione da mettere in atto l’ascolto, il sondaggio tra gli abitanti, lo stimolo alle reazioni nella cittadinanza. “Bisogna rispondere sempre, tutte le obiezioni vanno affrontate. Occorre parlare a tutta la cittadinanza, non solo agli automobilisti. Chi è contrario alza la voce e usa toni più aggressivi, chi è favorevole o moderato è più silente ma deve essere coinvolto. I dati vanno usati sempre e bene: ci servono all’inizio quando impostiamo il progetto ma soprattutto durante il percorso. La popolazione è rassicurata, a Bologna i dati confermano che la città 30 funziona, c’è il 33 per cento di morti in meno città e l’inquinamento è diminuito”.

Andrea Colombo, esperto di mobilità sostenibile, spazio pubblico e ambiente della Fondazione Innovazione Urbana, ha spiegato come il progetto di Bologna città 30 sia stato elaborato altre città in Europa. “La velocità ridotta migliora la sicurezza stradale, diminuisce il rumore, aumenta lo spazio pubblico. I tre quarti delle collisioni stradali avvengono su strade urbane e la cause principale è la velocità”. L’esperto ha spiegato che la città 30 non è solo un divieto, ci vogliono i controlli, il ridisegno dello spazio pubblico e l’accompagnamento al processo di cambiamento. “Un cambiamento anche fisico della struttura della città. L’obiettivo ultimo è un’operazione di redistribuzione dello spazio pubblico”.

Biagio Polla, medico specialista in pneumologia, ha spiegato come il materiale presente nell’aria in forma di particelle microscopiche va a finire in fondo agli alveoli. “Tutto il corpo umano è interessato dall’inquinamento, non solo l’apparato respiratorio, sono stati rilevati effetti anche sui suicidi in modo violento”. La bicicletta funziona perché riduce le malattie cardiovascolari e il diabete: “è una medicina a costo zero ed è anche un risparmio per la salute pubblica. Inoltre riduce anche la mortalità generale. In periodo covid sono diminuiti gli accessi in pronto soccorso per problemi cardiorespiratori perché eravamo bloccati in casa, non c’era traffico e anche le fabbriche erano ferme pertanto l’inquinamento era notevolmente calato”.

Matteo Dondé, architetto esperto in pianificazione della mobilità pedonale e ciclistica e riqualificazione degli spazi pubblici, ha illustrato come è stato riportato in Italia uno studio del Mit. Secondo alcuni media “la riduzione della velocità a 30 km/h determina un aumento delle emissioni di monossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di azoto e particolato, soprattutto nelle ore più trafficate del giorno, perché i motori termici sono progettati per avere la migliore efficienza di consumo intorno ai 70-80 km/h … La riduzione del limite di velocità nei vari scenari ha mostrato un lieve aumento dei tempi di percorrenza, con un incremento del tempo medio che va da 2 secondi al massimo di 89 secondi”. È scomparso lo scopo principale, ovvero la sicurezza stradale.

Infatti uno studio sistematico degli effetti dei limiti di velocità di 30 km/h nelle città europee rileva un calo del 23 per cento nel numero di incidenti stradali, del 37 per cento nel numero di vittime, del 38 per cento nel numero di feriti, del 18 per cento nelle emissioni. Incoraggiare i cittadini ad abbracciare la camminata, la bicicletta e l’utilizzo dei servizi di trasporto pubblico può contribuire ulteriormente a un ambiente urbano più sicuro e sostenibile dal punto di vista ambientale. Da uno studio condotto dai ricercatori olandesi Piet Rietveld e Vanessa Daniel emerge che il principale deterrente alla mobilità pedonale e ciclistica (mobilità attiva) è proprio la scarsa sicurezza stradale. Il rischio di essere coinvolti in un incidente stradale è percepito al punto tale da convincere molti potenziali ciclisti (e pedoni) a lasciare a casa la bici per utilizzare anche loro l’automobile.

In conclusione Matteo Serra, assessore comunale ai Lavori pubblici, riqualificazione e rigenerazione urbana ha detto che “ad Alessandria è iniziato un percorso di ascolto e partecipazione con i cittadini. Il prossimo step è la completa ridefinizione dell’area pedonale urbana, e un netto ampliamento e rispetto della ztl. Sono aumentate le piste ciclabili in periferia e lungo le strade di accesso, e questo ha migliorato il traffico delle auto oltre a quello dei ciclisti. Ora dobbiamo restituire il centro ai cittadini”.