Immigrazione e accoglienza sono temi divisivi, che spaccano anche la Chiesa. Si è parlato di questo nell’incontro con don Andrea Sciortino, già direttore di Famiglia Cristiana e ora responsabile del mensile Vita Pastorale. La conferenza è stata organizzata nell’ambito delle iniziative per la III Giornata Mondiale dei Poveri da Caritas Alessandria, Pastorale Sociale e Lavoro della Diocesi di Alessandria e Associazione Cultura e Sviluppo.
“Sui migranti ci sono spesso visioni estreme, c’è poco dialogo e si verificano sempre più spesso episodi di xenofobia e di razzismo – ha ricordato nell’introduzione Roberto Massaro, direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale e Lavoro della Diocesi – sembra che accoglienza e solidarietà siano diventati disvalori. Razzismo e antisemitismo non sono più impronunciabili”.
L’aumento del flusso migratorio ha toccato un equilibrio e certamente l’accoglienza va supportata da strutture adeguate per renderla meno traumatica, ha spiegato Massaro, ma il magistero del Papa sull’accoglienza è osteggiato persino all’interno della Chiesa.
E su questo ha proseguito don Sciortino: “gli appelli del Papa cadono nel vuoto. L’Italia si dice un paese cattolico ma se il prete parla di accoglienza in chiesa c’è chi si alza e se ne va”.
Ormai non si può più scegliere: Sciortino ha spiegato che la società è già multietnica e multiculturale, sfatando alcuni pregiudizi. “Gli stranieri non rubano il lavoro e non delinquono più degli italiani. Alcuni media però dilatano la paura e la sensazione di insicurezza. L’emigrazione non è un problema di sicurezza e di ordine pubblico. La sicurezza nasce anche favorendo i ricongiungimenti e facilitando l’integrazione”.
“I diritti sono inalienabili per ognuno – ha proseguito Sciortino – servirebbe un ministero per l’immigrazione e l’integrazione. E al posto del ‘pacchetto sicurezza’ ci vorrebbe un ‘pacchetto accoglienza’. Su questi temi serve una politica seria, non si possono fare leggi sull’onda delle emozioni”.
Ma i cattolici in politica? Secondo il direttore di Vita pastorale, oggi sono “afoni e insignificanti. Non c’è una legge ispirata a principi cristiani ed evangelici. Certo i problemi sono reali ma le soluzioni proposte sono agli antipodi della civiltà”.
Don Sciortino ha ricordato come gli stranieri siano una risorsa indispensabile per l’economia italiana: il loro contributo è pari al 9 per cento del Pil e se all’improvviso sparissero, interi settori quali l’agricoltura e l’assistenza agli anziani entrerebbero in crisi. “Discriminare gli stranieri è anche antieconomico, l’immigrazione è una necessità, pure come risorsa demografica”.
Sette cittadini su dieci sarebbero favorevoli allo ius culturae, ma la politica lo ha bloccato. L’Europa deve comunque avere una politica comune sull’immigrazione. “’Aiutiamoli a casa loro’ è un alibi per non fare nulla – ha detto don Sciortino – se si facesse così, si dovrebbe incrementare la cooperazione allo sviluppo”.
Il sacerdote ha spiegato che l’integrazione è un cammino reciproco e riguarda tutti: “non è tolleranza, non è pretendere di dissolvere la propria tradizione. L’accoglienza è nel Vangelo e dovremmo applicare i principi di umanità e solidarietà che vi troviamo scritti. Il Papa su questi temi è spesso attaccato da cosiddetti ‘ferventi cristiani’ ai quali però sembra manchino delle pagine del Vangelo: badano molto al culto ma poi non praticano ciò che professano in Chiesa. Non si può scindere Dio dai temi sociali. L’uguaglianza è di tutti gli essere umani, non diciamo ‘prima gli italiani’ ma ‘prima gli umani’”.
Don Sciortino ha ricordato che spesso l’identità religiosa è usata come arma: si usano simboli religiosi a scopo politico e si arriva ad invocare la Madonna per la vittoria di una parte. “Ma la fede esibita senza carità non ha nulla a che fare con la vera religione e con la fede, ci deve essere coerenza con la propria vita. La Chiesa deve dialogare ma non dare credito a chi strumentalizza i suoi simboli. E invece c’è consenso verso queste esibizioni e ciò è preoccupante”.
Si è parlato anche dei rapporti tra Cristianesimo e Islam: “Si pensa che l’Islam lo possa distruggere, ma l’abbiamo già fatto noi. Un campanile e un minareto potranno essere vicini? Certamente, le vere religioni sono per la pace, la collaborazione e il bene comune”.
“Bisogna educare la mente e parlare con il cuore. Sembra prevalere la minoranza incattivita che parla alla pancia. I problemi sono reali ma le soluzioni proposte sono aberranti” ha concluso don Sciortino.