La lingua della neopolitica: come parlano i leader oggi
Martedì 21 gennaio alle 17,30 si terrà un nuovo incontro organizzato dall’Associazione Culturale PerCorsi, in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore “Umberto Eco” di Alessandria, la libreria Ubik e l’Associazione Cultura e Sviluppo (è richiesta la prenotazione tramite il form in fondo alla pagina). Si tratta del secondo appuntamento nell’ambito della rassegna #MONDI. Prospettive e scenari della contemporaneità, pensata in particolare per le nuove generazioni e per coloro che si occupano di istruzione e formazione.
Questa volta si parlerà di Lingua della neopolitica insieme al linguista e accademico della Crusca Michele Cortelazzo che presenterà il suo ultimo libro uscito per Treccani, che ha ottenuto recentemente il “Premio Pavese”.
Nel 2013 la vita politica italiana ha vissuto una vera e propria rivoluzione: nelle aule parlamentari è entrata una quota di eletti, privi di esperienze politiche pregresse, mai vista in passato. Le ripercussioni sul piano linguistico sono state enormi: se il tradizionale, astruso “politichese” della prima Repubblica era già stato soppiantato, a partire dal 1994, da un linguaggio più colloquiale e comprensibile, la XVII legislatura (2013-2018) ha visto l’affermazione di quello che si può definire “socialese”, cioè un lessico adatto alla diffusione attraverso i social network, che accarezza, e spesso fomenta, le consuetudini più deteriori della comunicazione.
Cortelazzo ha individuato le tendenze linguistiche degli attuali politici, a iniziare dai leader, ricostruendo la storia di tecnicismi, modi di dire (chi ci mette la faccia, chi non vuol mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, chi ci ragiona sopra…), nuove parole, nate magari per mascherare le idee proprie o manipolare quelle altrui, per denigrare gli avversari, per mostrare competenza, per creare un consenso emotivo (quante ruspe e mangiatoie…) e di non pochi anglicismi (come recovery).
Michele Cortelazzo è professore emerito di Linguistica italiana all’Università di Padova e accademico ordinario dell’Accademia della Crusca. Ha insegnato anche nelle università di Saarbrücken, Innsbruck, Venezia, Trieste, Ferrara e Fiume. È autore, tra l’altro, delle monografie Il linguaggio della politica (Editoriale L’Espresso-Accademia della Crusca, 2016) e Il linguaggio amministrativo. Principi e pratiche di modernizzazione (Carocci, 2021).
A dialogare con l’autore sarà Roberto Scanzo, docente di Lettere presso l’Iis “U. Eco”, e autore di numerose pubblicazioni, tra libri e articoli scientifici, su riviste italiane e straniere, su filologia greca e latina. Grande appassionato di poesia, scrive versi “per sé in ogni notte e alba (da quando si ricordi) per paura di dimenticare da dove ripartire il giorno dopo: pubblica ora per terapia, non per vanto glorioso”.