Dacia Maraini e Chiara Valentini, due intellettuali con alle spalle una vita di impegno e militanza sulla questione femminile, in dialogo con Maria Grazia Caldirola, sono state ospiti del Giovedì culturale inserito nel calendario di Marzo Donna, l’iniziativa nata in collaborazione con Assessorato e Consulta Pari Opportunità del Comune di Alessandria con il patrocinio dell’Associazione Stampa Subalpina.
Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi tradotti in oltre venti Paesi. Chiara Valentini, giornalista e saggista, è stata capo servizio cultura di Panorama e poi inviata speciale per L’Espresso ed è autrice di numerosi volumi sulla sinistra e su tematiche femminili. L’incontro è stato anche l’occasione di presentare il loro ultimo libro, Il coraggio delle donne, pubblicato nei mesi scorsi da Il Mulino.
Chiara Valentini ha iniziato ricordando Franca Viola e i diritti attenuati delle donne nella sua epoca. “Per essere se stesse e resposabili delle proprie scelte ci voleva un gran coraggio” ha detto la giornalista. Negli anni Sessanta, la ragazza venne corteggiata da un giovane, poi rapita e violentata per costringerla al matrimonio. Il padre era intervenuto con fermezza a suo sostegno, sicuro, contro il pensiero dell’epoca, che la figlia fosse vittima di un sopruso e creando l’opportunità straordinaria per la ragazza di ribellarsi ad un fasullo codice dell’onore. Al processo il rapitore fu condannato. Quella di Franca Viola è stata stata una battaglia che ha dato uno scossone anche alla giurisprudenza.
Dacia Maraini a questo proposito ha spiegato come con il femminismo sono cambiate tutte le leggi sulla famiglia, sulla violenza, sulla parità, “ma certo è più facile cambiare una legge che la mentalità. Nei paesi democratici le donne hanno ottenuto molti diritti, ma dove la chiesa si identifica con lo stato sono ancora prive di libertà”.
Le differenze tra generi non hanno origini biologiche perché il dna è lo stesso: fino all’età di due anni infatti tra le bambine e i bambini non si notano differenze poi il condizionamento plasma i comportamenti.
“Si attribuisce alla natura una stratificazione storica: siamo da millenni nel patriarcato, le donne lo hanno introiettato, a volte sono loro stesse pensare che devono essere per forza più dolci e accuranti – ha detto Dacia Maraini, – Il comportamento dipende dal carattere ma non dal sesso, poi inizia la suddivisione dei compiti: alle bambine si insegna il linguaggio della seduzione, ad essere dolci, servili, a temere l’autorità maschile, ai maschi ad essere assertivi, dominanti, possessivi e competitivi. Io ritengo che giustificare le differenze dal punto di vista biologico porti al razzismo”.
“Le donne hanno dovuto imparare a sublimare, sono più portate all’autorepressione degli istinti aggressivi – ha detto ancor la scrittrice – è stata una grande educazione da condividere con gli uomini, i quali devono essere contagiati dalla voglia di curare”.
Esiste una voce femminile identificabile nelle scrittura? Secondo la scrittrice “gli autori sono riconoscibili per stile ma non per genere. Esistono invece differenze dal punto di vista dell’osservazione”.
Qui potete rivede l’incontro completo