Nel contesto sociale attuale, promuovere il benessere dei giovani è diventata una priorità condivisa da comunità, istituzioni educative e servizi. La Strategia dell’Unione Europea per la Gioventù 2019-2027 afferma il principio di “Engage – Connect – Empower”, sottolineando quanto sia cruciale il coinvolgimento attivo dei giovani nei processi decisionali, con l’obiettivo di rafforzare partecipazione, inclusione e cittadinanza attiva.

Anche l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare con gli Obiettivi 3 (Salute e benessere) e 4 (Istruzione di qualità), riconosce l’importanza dell’empowerment giovanile come strumento per costruire comunità più sane, inclusive e resilienti.

Adottare un approccio che promuova il protagonismo giovanile si è rivelato fondamentale anche in ottica preventiva: diversi studi mettono in luce come la partecipazione attiva dei giovani sia un fattore protettivo rispetto allo sviluppo di disagio psicologico, comportamenti a rischio, ansia, depressione e isolamento sociale. In particolare durante l’adolescenza – una fase chiave nello sviluppo dell’identità personale – il protagonismo rappresenta una risposta evolutiva costruttiva e un potente antidoto alla marginalità.

Proprio in questa direzione si muove il progetto ALI2 – Contamin-Azioni per il benessere dei giovani e della comunità che ha tra i suoi obiettivi principali la promozione del protagonismo giovanile, attraverso attività laboratoriali e relazionali che permettano ai ragazzi e alle ragazze di sentirsi visti, ascoltati e valorizzati.

Protagonismo giovanile e prevenzione del disagio

Secondo il modello della Positive Youth Development (PYD), i giovani non devono essere considerati solo come destinatari di interventi, ma come risorse attive per le proprie comunità. Quando ciò avviene, sviluppano in modo più solido competenze sociali, emotive e civiche, contribuendo a prevenire forme di disagio.

Il protagonismo non è solo un valore educativo, ma rappresenta anche un’efficace strategia di prevenzione. Quando i giovani sono coinvolti in attività significative, dove hanno voce e responsabilità, si riduce sensibilmente il rischio di esclusione sociale, disturbi dell’umore e comportamenti disfunzionali. Numerose ricerche hanno confermato come la partecipazione attiva favorisca il benessere globale e la costruzione di un’identità positiva e competente.

Ad esempio, lo studio “Focus Adolescenza: sfide e risorse positive nel post-pandemia” (2023) evidenzia come il coinvolgimento in attività partecipative possa mitigare gli effetti della solitudine e dello stress sociale, rafforzando il senso di appartenenza e di autoefficacia nei giovani.

Cosa può fare un adulto che vuole davvero ascoltare

Genitori, educatori, allenatori, operatori e adulti di riferimento svolgono un ruolo chiave nell’accompagnare gli adolescenti e nel rendere possibile la loro espressione autentica. Il protagonismo giovanile parte dalla qualità delle relazioni che li circondano.

Ecco alcune pratiche che possono fare la differenza:

Ascoltare davvero, senza interrompere, senza correggere o offrire subito soluzioni. Lasciare che il ragazzo si esprima liberamente. 

Porre domande autentiche, che aprano al dialogo e alla narrazione (“Che cosa ti ha colpito oggi?” al posto di “Tutto bene?”).

Riconoscere e validare le emozioni, senza ridimensionare quello che un giovane sta vivendo (“Capisco che per te sia stato difficile” al posto di “non esagerare”).

Offrire responsabilità reali, anche piccole, ma rispetto alle quali i giovani si sentono attivamente partecipi nelle scelte: organizzare un’attività, gestire uno spazio, partecipare a una scelta o risolvere un conflitto.

Essere coerenti, perché i giovani osservano più di quanto ascoltano e per ottenere la loro fiducia bisogna dargliela tramite la coerenza tra parole e gesti .

Condividere tempo non finalizzato, in cui stare insieme senza un obiettivo preciso genera fiducia e relazione.

Accogliere il fallimento, aiutando a viverlo come occasione di crescita, non come etichetta.

Valorizzare il gruppo dei pari, creando spazi di confronto, proposta e sostegno tra adolescenti.

Il protagonismo giovanile e le attività di ALI2

Il progetto ALI2 rappresenta una realtà che vuole cambiare il modo in cui si affronta il disagio giovanile: senza etichette o passaggi obbligati a percorsi non standardizzati, ma con ascolto, partecipazione e opportunità di crescita. Potenziare il sistema territoriale di supporto alla salute mentale e contribuire a superare lo stigma associato al disagio psicologico, attraverso interventi mirati e l’empowerment dei giovani coinvolti.

Questo si traduce nella previsione di spazi accoglienti e partecipativi, dove i giovani possano vivere esperienze di protagonismo, ascolto e confronto. Le attività laboratoriali sono pensate per stimolare la riflessione, l’espressione delle emozioni e la partecipazione diretta ad azioni sociali e culturali, in un clima di fiducia e libertà.

L’obiettivo è quello di promuovere un protagonismo positivo, capace di rafforzare il senso di appartenenza e contribuire alla prevenzione del disagio psicologico, costruendo insieme una comunità più attenta e inclusiva. 

In conclusione

Il protagonismo giovanile non è solo un obiettivo educativo, ma un diritto riconosciuto da normative nazionali e internazionali, oltre che un fattore protettivo concreto nella promozione della salute mentale e del benessere sociale. Progetti come ALI2 ne sono la testimonianza viva e quotidiana: creare spazi in cui i giovani possano essere parte attiva, non spettatori, è il primo passo per costruire una società più consapevole, sana e solidale.