L’Eneide, un poema adatto ai tempi difficili. La lezione di Enea, il libro che la scrittrice Andrea Marcolongo ha presentato ai Giovedì Culturali, nasce dagli appunti presi per annotare se l’opera di Virgilio piacesse o annoiasse. “Tutti l’abbiamo studiata a scuola, fin dalle medie, ma facciamo fatica a sentirla nostra. Nessuno dice che Enea è il proprio eroe preferito, Achille e Odisseo sono eroi” ha detto l’autrice.
Se le cose vanno bene, è legittimo scegliere dal catalogo omerico (Achille, Ulisse, Ettore) ma quando le cose precipitano l’impeto di Omero è pietoso e ridicolo. Quando le cose vanno male, come in questo periodo di emergenza sanitaria e di confinamento, l’Eneide aiuta a capire come resistere fra un “prima” e un “dopo”.
I poemi antichi proponevano modelli di condotta e c’è una grande differenza tra gli eroi omerici, amanti della gloria, e il pio Enea.
Il protagonista del’Eneide fa ciò che deve fare e lo fa bene, un obbligo quando le cose precipitano: non può concedersi di dire “non ce la faccio più”, non può farlo perché non è solo, ha un figlio da salvare e quando parte da Troia in fiamme c’è suo padre sulle spalle.
Enea è l’eroe sopravvissuto a una catastrofe e fa venire in mente “I sommersi e i salvati” di Levi: non è una vittoria salvarsi anzi è una colpa. “È liberatorio leggere l’Eneide in tempi difficili, Enea non si permette mai il lusso o l’arroganza di raccontare come è sopravvissuto, non vuole dare insegnamenti, né ci garantisce che usciremo migliori”.
Enea è l’eroe riluttante che si inizia ad amare da grandi, sempre in conflitto tra i suoi desideri e gli obblighi che ha. Egli ha le virtù di un eroe moderno e anche Virgilio si può considerare un poeta moderno.
L’Eneide può essere considerato un poema politico e in realtà, ha spiegato Andrea Marcolongo, non esistono opere letterarie che non lo siano. Si coglie anche l’inclinazione politica di Virgilio, maestro di resistenza nel racconto letterario.
Il poeta, mite e riservato, ha bisogno di credere in qualcosa e qualcuno, ha combattuto per resistere nelle sua vita e ha le caratteristiche di Enea.
“Abbiamo bisogno di eroi che prendono su di sé una missione che non hanno scelto ma che devono portare fino in fondo. Enea piange molto, come gli eroi omerici”.
L’autrice ha ricordato anche la bellezza del verso virgiliano, definito come “il più mozartiano dei poeti”.
In conclusione si è ricordata la lezione dei classici: nella poesia greca è contenuto tutto ciò che c’è da sapere dell’intensità del vivere umano. Oggi come ieri, è il manuale di istruzione di tutto quello che un essere umano prova rispetto al reale (in caso di pandemia, innamoramento, dolore, abbandono). E dobbiamo leggere per evitare di trovarci perduti e sprovveduti.
Qui potete rivedere l’incontro