Nella sua stagione più felice, la storia dell’integrazione europea ha potuto contare sulla feconda interazione fra la solennità degli accordi politici e la silenziosa opera giuridica delle istituzioni comunitarie. L’una ha permesso di superare, pur attraverso compromessi e ambivalenze, i molti stalli in cui il processo unitario si è imbattuto nei primi decenni di vita; l’altra ha pazientemente cucito un tessuto di norme e procedure in grado di garantire la continuità dell’avventura europea come baluardo della pace e della prosperità economica nel secondo Novecento. In tal modo si sono potuti di volta in volta ricomporre – o quanto meno arginare – i fisiologici contrasti fra le disposizioni sovranazionali e i valori fondamentali, ma anche gli interessi particolari, affermati a livello nazionale.
Nella fase in corso, viceversa, la crescente influenza del diritto europeo negli ordinamenti interni è additata fra le cause dello iato che divide i cittadini dalle istituzioni dell’UE. L’epoca del “consenso permissivo”, su cui si è a lungo retta l’integrazione, sembra avviata al tramonto, a favore di uno spirito del tempo che trova la più limpida espressione nelle retoriche euroscettiche o palesemente neo-nazionaliste di alcuni fra i principali partiti e movimenti politici.
A ragionare sul potenziale conflitto fra politica e diritto, a cavallo fra contesto nazionale e internazionale, sarà – nel prossimo appuntamento dei Giovedì culturali, organizzato in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale nell’ambito della X Settimana di studi sulle autonomie locali – il professor Rocco Buttiglione, filosofo e già ministro degli Affari europei, in dialogo con il professor Renato Balduzzi, costituzionalista, componente del Consiglio Superiore della Magistratura e ministro di uno dei governi più esposti sul fronte della crisi europea del nuovo secolo.
Vi invitiamo dunque giovedì 10 maggio alle 19 (con pausa buffet alle 20.30 e termine alle 22,30) all’incontro dal titolo L’Europa del diritto contro l’Europa della politica?