Portami il diario e Vai la posto: due frasi tipiche degli insegnanti sono diventati i titoli dei libri di Valentina Petri, professoressa di Lettere, scrittrice e autrice di una pagina Facebook di grande successo. In dialogo con Maria Grazia Caldirola, l’insegnante ha presentato il suo ultimo libro, edito da Rizzoli.

“È un libro molto divertente ma che tratta di cose molto serie, di come è la scuola ma anche di come vorremmo che fosse – ha detto Maria Grazia Caldirola – ‘Vai al posto’ vuol dire anche cercare il proprio posto nel mondo?”

“Sì, perché a 14 anni si fa una scelta che pregiudica la vita. E la scuola dovrebbe insegnare a trovarlo” ha risposto l’insegnante.

“Perché studiare la letteratura?’ mi chiedono i miei studenti, ragazzi di un istituto professionale. E io rispondo che studiare italiano serve per esprimersi correttamente. Ma anche che quello che spiego io non serve a niente ed è un privilegio stare in un posto dove impari la bellezza e l’inutile. L’uomo è l’unico essere vivente in grado di creare la bellezza”.

Ma qual è il ruolo dell’insegnante? “Non deve essere un amico ma un adulto di cui i giocavi possano fidarsi. Deve essere autorevole ma non autoritario. Non si può non vedere e non si può voltarsi dall’altra parte quando succedono certe cose. Nel libro racconto di un ragazzo che sta per lasciare la scuola perché ha problemi in famiglia. Riesco a convincerlo a riprovarci”.

Cosa vuol dire essere maturi? “A volte mi chiedo se non valutiamo la maturità degli studenti considerando cose sbagliate. Non è l’esame a definire quanto è maturo un giovane”.

Nel dibattito si è discusso dei cellulari in classe. “O impariamo a usarli responsabilmente o il diveto mi sembra inattuabile. Il sequestro preventivo non funziona” ha detto Valentina Petri.

I genitori sono i grandi assenti nei suoi romanzi. “Nella mia scuola bisogna spesso andarli a cercare. Quelli che vengono al colloquio sono i genitori che non si ha bisogno di vedere ma si meritano di sentirsi che il figlio è bravo. Quelli che non si vede l’ora di incontrare possono riservare sorprese: succede che iniziano a parlare e alla fine gli si dà ragione o raccontano cose che non si conoscevano. Se si riesce a fare, l’alleanza scuola-genitori fa la differenza”.

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