“Il giorno in cui la musica è morta”: è il verso una canzone di Don McLean, intitolata American Pie, e parla del disastro aereo del 1959 in cui persero la vita tre popolari musicisti, ancor giovani ma già icone del rock and roll: Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens.
Dopo di allora molti sono stati i momenti in cui è venuto spontaneo pensare alla morte della musica. Quando se ne sono andati Otis Redding, Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Elvis. Ma forse mai come quell’8 dicembre di quarant’anni fa, quando abbiamo sentito alla radio e alla tv la notizia della morte di John Lennon, ucciso davanti a casa, a New York, da un fan impazzito e rancoroso.
Giovedì 10 dicembre dalle 18 alle 19,30, in diretta streaming sul sito, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube dall’Associazione Cultura e Sviluppo, si terrà una serata per ricordare John Lennon, con Enzo Gentile, giornalista, scrittore e critico musicale e Ricky Gianco, cantante, chitarrista, compositore e produttore discografico. Introdurranno e coordineranno gli interventi Maria Grazia Caldirola e Alessio Del Sarto.
L’esplosione del dolore, della sorpresa e della devastazione collettiva che ha seguito la morte di Lennon ha avuto la stessa risonanza e intensità della reazione all’uccisione di una figura di statura mondiale: un politico audace e popolare come John o Robert Kennedy, o un leader spirituale, come Martin Luther King.
Lennon infatti non era solo un cantautore, polistrumentista, poeta e attore che in coppia con Paul McCartney ha composto alcune tra le canzoni più famose e più belle della storia. È stato anche attivista politico e paladino del pacifismo, ha scritto canzoni di protesta e manifestato contro la guerra e in favore dei diritti umani. Questo gli causò non pochi problemi con l’Fbi, che per lungo tempo spiò tutte le sue attività, considerandolo un sovversivo e rifiutandogli più volte la Green Card.
Il suo più grande regalo musicale al mondo è stato Imagine, un inno di conforto e speranza che ha accompagnato i suoi fans attraverso il dolore estremo e lo shock per la sua morte, per la perdita della sua immaginazione, della sua creatività, delle manifestazioni del suo genio.
“Spero che un giorno vi unirete a noi ed il mondo sarà come un’unica entità” dice la canzone, e il suo radicalismo utopico continua ad avere una straordinaria forza emotiva, con le sue parole di speranza e la melodia serena, accompagnata dalla delicata progressione degli accordi.