Un romanzo politico sul rapporto tra legalità e legittimità di straordinario impatto emotivo: Aggiustare l’universo di Raffaella Romagnolo ci parla di dolore e rinascita. La scrittrice e insegnante è stata ospite di Cultura e Sviluppo nell’ambito del Benedicta Festival e ha dialogato con Maria Grazia Caldirola sulla storia che ha come protagoniste una giovane maestra e una bambina, sua allieva, tra le macerie del Dopoguerra. Il legame speciale che le unisce le aiuterà a ritrovarsi e a credere di nuovo nella felicità.

Raffaella Romagnolo ha pubblicato La masnà, Tutta questa vita, La figlia sbagliata, Destino, Respira con me, Di luce propria, Il cedro del Libano. I suoi libri sono tradotti in sette lingue.

È importante ribadire la necessità della memoria storica? “Mi viene istintivo andare a cercare storie nel passato, trovo cose che mi parlano proiettate sul presente. L’idea del libro mi è venuta quando scoppiata la pandemia e sono state chiuse le scuole – ha raccontato la scrittrice – Sono stati mesi difficili, la risposta immediata dei docenti era tenere in qualche modo la scuola aperta. La reazione vera alla tragedia era guardare avanti e cercare già la ricostruzione. Mi sono chiesta se c’era già stata nella storia nazionale qualcosa di simile. Il libro si svolge nel primo anno scolastico senza guerra e parla di quello che faccio tutti i giorni, ovvero insegnare”.

La maestra Gilla prende servizio in un paesino del basso Piemonte, in una classe in cui arriva una bambina dal vicino orfanotrofio. Nella storia sono importanti anche un gatto e un planetario meccanico. Il romanzo è ambientato a Borgo di Dentro, paese già presente in altri romanzi di Raffaella Romagnolo, che rappresenta Ovada. “La scuola elementare è stata realmente occupata dai nazisti per farne un ospedale, nei sotterranei c’erano camere di tortura. Per documentarmi ho fatto un sopralluogo nella scuola e nell’archivio storico”.

Per la bambina i ricordi sono una collana d’oro, per la maestra una catena di ferro. Ma cosa vuol dire “aggiustare l’universo”? “La bambina arriva accompagnata da una suora dell’orfanotrofio. Solitamente le orfane non andavano a scuola, ma lei viene collocata nella classe quinta dopo un breve esame. Francesca, ebrea, non parla. Le vicende sono inventate ma verosimili, ho preso spunto da quanto è accaduto nella comunità ebraica di Casale Monferrato. Sulle leggi razziali si hanno meno conoscenze rispetto alla Shoah. Oltre alla legge, sono state emanate circolari, normative, indicazioni operative, una somma di provvedimenti che toglie il fiato”. La bambina è stata nascosta in un convento di suore. La Chiesa cattolica ha fatto molto per proteggere gli ebrei.

La scuola ha la capacità di riparare? Per Raffaella Romagnolo “è di aiuto perché è una comunità di pari. Il dispositivo scolastico funziona anche tra tanti problemi. La scuola è comunque un’occasione positiva”.