Il prossimo appuntamento dei Giovedì Culturali sarà dedicato all’attualità politica e alla geografia elettorale italiana ed europea. Le elezioni politiche di febbraio 2013 hanno prodotto un risultato senza precedenti nella storia repubblicana del nostro Paese, di cui il Movimento 5 Stelle è stato soltanto il ‘prodotto’ più tangibile. In Parlamento sono approdate tre ‘minoranze in-comunicanti’ che hanno causato una pressoché impossibile formazione di un governo stabile. In occasione delle stesse elezioni, più di un elettore su dieci ha avuto dubbi fino al giorno del voto in merito al «se» e al «chi» votare, e oltre il 40% dei votanti si è espresso in maniera differente rispetto al 2008. Il livello di astensionismo ha toccato il valore record del 26%.
A quasi vent’anni dalle elezioni che hanno segnato il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, lo stesso voto del 2013 ha dato una svolta alla politica ma anche alla società italiana: dopo una lunga stagione di stabilità elettorale, all’improvviso si è assistito all’irruzione dell’instabilità. Come si è giunti a questa situazione? Quanto ha influito sui risultati la legge elettorale? Che cosa sarebbe accaduto in presenza di un altro sistema? Allargando lo sguardo al resto d’Europa e citando ad esempio le recenti elezioni presidenziali francesi, troviamo un altro quadro senza precedenti. La vittoria di Emmanuel Macron al secondo turno è arrivata in seguito ad una situazione ancora una volta inedita. Il livello dell’astensione è arrivato al 25%, e le schede bianche si sono attestate tra il 10 e il 12%, con una Francia instabile che non si ritrova nell’alternativa Macron-Le Pen. Al ballottaggio sono arrivati due ‘non partiti’: per la prima volta nella storia elettorale francese i gollisti e i socialisti non hanno partecipato al secondo turno. Colpa di chi? Le classi disagiate e i giovani hanno preferito la destra o la sinistra estreme? Sia il candidato di destra, sia quello socialista hanno scontato il loro essere avvertiti come parte dell’establishment?
Durante la serata saranno le ‘mappe’ di Ilvo Diamanti le protagoniste, provando a rispondere a queste (e molte altre) domande.
Vi invitiamo dunque giovedì 8 giugno alle 19 (con pausa buffet alle 20,30 e termine alle 22,30) alla serata intitolata La rivolta delle periferie. Il cambiamento politico in Europa. Nostri ospiti saranno Ilvo Diamanti, professore ordinario di Scienza Politica, Università di Urbino “Carlo Bo” – Paris II, Panthéon-Assas, e Luigi Ceccarini, professore associato di Sociologia Politica, Università di Urbino “Carlo Bo” – Demos & Pi – LaPolis. Introduce e modera Maria Elisabetta Lanzone, assegnista di ricerca, Università di Genova.