Il secolo mobile: Gabriele Del Grande presenta la storia dell’immigrazione in Europa
Cent’anni fa non esistevano passaporti, si viaggiava senza permessi e lasciapassare. Oggi il regime dei visti di Schengen vieta di entrare in Europa alla maggior parte dell’umanità ovvero ai ceti poveri e prevalentemente non bianchi dei Paesi a medio e basso reddito di Africa, Asia e Caraibi. Ai loro emigranti, respinti dai consolati, non resta che imbarcarsi di contrabbando dai porti franchi del Nord Africa e della Turchia. È così che negli ultimi trent’anni hanno attraversato il Mediterraneo tre milioni e mezzo di viaggiatori senza visto, mentre i corpi di altre cinquantamila persone giacciono sul fondo del mare. Come siamo arrivati fin qui? E come ne usciremo?
Per discutere di questi temi, torna all’Associazione Cultura e Sviluppo Gabriele Del Grande per la presentazione del suo nuovo libro Il secolo mobile. Storia dell’immigrazione illegale in Europa (Mondadori, 2023). L’appuntamento è per giovedì 15 febbraio alle ore 18 (è raccomandata l’iscrizione tramite il form in fondo alla pagina). La serata è organizzata in collaborazione con la Comunità San Benedetto al Porto ed è dedicata all’indimenticabile Rosmina Raiteri, per tanti anni attivista, promotrice e organizzatrice di incontri e dibattiti culturali, soprattutto sui temi dell’interculturalità, psicopedagogista, esperta in educazione interculturale, già membro dell’Istituto Cooperazione Sviluppo.
Gabriele Del Grande scrive la prima storia dell’immigrazione illegale in Europa, dallo sbarco delle truppe africane a Marsiglia nel 1914 fino alla crisi delle ong a Lampedusa, passando per la stagione della libera circolazione con le ex colonie, il divieto di espatrio dal blocco comunista, i riots razzisti nelle capitali europee, la messa al bando dell’immigrazione non bianca, il crollo del muro di Berlino, il doppio cortocircuito dell’asilo e dei ricongiungimenti familiari e la stretta sui visti che dal 1991 alimenta il mercato nero dei viaggi.
Nella sua ricostruzione Del Grande non perde di vista il contesto globale della decolonizzazione, della segregazione razziale oltreoceano, della guerra fredda, dell’ascesa dei movimenti islamisti, del ritorno della Cina e dell’India sulla scena mondiale e del boom demografico, e in prospettiva economico, dell’Africa. Porre fine agli sbarchi e ai naufragi è possibile. Prima però è necessario rimuovere l’ultima invisibile linea, quella dell’apartheid alla frontiera.
Gabriele Del Grande ha lavorato per oltre dieci anni come reporter sul tema delle migrazioni tra Africa e Europa. Nel 2006 ha creato il primo osservatorio sulle vittime della frontiera, Fortress Europe. Da allora ha condotto ricerche in una trentina di paesi tra le due sponde del Mediterraneo e il Sahel, realizzando numerosi reportage per la stampa italiana e internazionale. È co-regista del film Io sto con la sposa (2014) e autore di diversi libri, tradotti anche in spagnolo e in tedesco tra cui Dawla. La storia dello Stato islamico raccontata dai suoi disertori.