Quando i medici hanno provato a spiegargli l’importanza di indossare una mascherina, Massimo gli ha detto di non preoccuparsi troppo per lui: “Come sapete, sono immortale”.
Giuseppe Rizzo, giornalista di Internazionale (e già nostro ospite dei Giovedì Culturali), descrive la pandemia dal punto di vista dei pazienti psichiatrici.
Quando i medici hanno provato a spiegargli l’importanza di indossare una mascherina, Massimo gli ha detto di non preoccuparsi troppo per lui: “Come sapete, sono immortale”. Magro, capelli rasati e occhi verdi, Massimo non scherzava. Ha 34 anni e dal febbraio del 2018 vive a Villa Letizia, una comunità terapeutica convenzionata nel quartiere di Monteverde a Roma. Santo Rullo, lo psichiatra che guida la struttura, gli ha risposto con la stessa serietà. Ha detto a Massimo di capire la sua situazione ma gli ha chiesto di mettersi nei panni degli altri 24 pazienti e in quelli dei dottori, degli infermieri e degli operatori che danno una mano a lui e ai suoi compagni: “Fallo per noi”. Massimo ha capito, ha detto che la mascherina non l’avrebbe indossata, ma che avrebbe fatto una concessione: dal momento che tutti loro sono mortali, avrebbe mantenuto la distanza di sicurezza. Rullo ha sorriso e gli ha detto che era già qualcosa.