“Perché l’informazione è importante? Una vera e compiuta democrazia si può avere solo se le persone sono veramente informate. Il Post fa informazione con il sito, i podcast, le newsletter, gli eventi e i libri tematici. Un’informazione chiara e accurata, perché cerca sempre di spiegare e contestualizzare i temi”. Enrico Deregibus ha aperto così l’incontro con Luca Sofri, ideatore e direttore de Il Post, testata nata nel 2010.
“La qualità dell’informazione non è misurabile e i lettori ritengono che i loro giornali preferiti siano i migliori. I giornali sono tutti diversi tra loro” ha spiegato Sofri. L’informazione è un servizio pubblico come la sanità, l’istruzione o i trasporti ma questi sono forniti da pubblico o da privati sovvenzionati dal pubblico. In Italia il servizio pubblico nell’informazione si associa alla Rai: “è la dimostrazione che le istituzioni pubbliche pensano che da parte dello Stato ci sia un servizio di informazione” ha detto il direttore.
“Le persone decidono consapevolmente se sono bene informate. La storia del mondo e la qualità delle democrazie è piena di casi in cui il voto ha provocato disastri. Non è sufficiente che le persone vadano a votare ma devono essere informate su cosa ne conseguirà. Se l’informazione non ha più la capacità di sostenersi economicamente, è un problema per le nostre democrazie – ha spiegato ancora Luca Sofri – Nel 2016 la vittoria della Brexit in Gran Bretagna e di Trump negli Stati Uniti è stata resa possibile dalla mancanza di informazioni e dalla falsificazione di parte delle informazioni pur in grandissime democrazie”.
Il fondatore del Post ha ricordato come tutti diano un giudizio su cosa scrivono i giornali “ma con quale competenza? I giornali sono aziende e nei confronti di altri prodotti commerciali non abbiamo lo stesso atteggiamento polemico e aggressivo. Anche se non paghiamo nulla per leggere, ci sentiamo in diritto di lamentarci. Per certe cose che scrivono i giornali in realtà è vero. Molte cose sono di bassa qualità perché non ci sono risorse economiche per fare le cose meglio”.
Anche un giornale come il New York Times ha avuto e si aspetta un altro declino dei ricavi pubblicitari. Ciò spinge i giornali a cercare lettori che pagano. “L’abbonamento implica limitazioni alla lettura e questo porta a un’idea dell’informazione accessibile solo a chi se lo può permettere”.
In conclusione Sofri ha parlato dei giornali cartacei: “Sono già un prodotto di nicchia. Oggi si commenta con preoccupazione ma un giorno se ne parlerà come oggi si parla delle carrozze sparite quando sono arrivate le automobili. Non credo che sparirà la carta, rimarranno meno giornali ma con una loro solidità. Del resto attraverso il web quegli stessi giornali raggiungono quantità enormi di lettori che però magari non pagano l’abbonamento”.
L’incontro è stato moderato da Enrico Deregibus, giornalista e direttore artistico di festival ed eventi musicali e culturali in tutta Italia, come il Pem Festival in Monferrato. È considerato il biografo di Francesco De Gregori, su cui ha pubblicato vari volumi. Il suo libro più recente è “Luigi Tenco. Lontano, lontano – Lettere, racconti, interviste”, curato con Enrico de Angelis per Il Saggiatore. È inoltre curatore del Premio Amnesty International Italia per la musica italiana.