L’Unione Europea ha stabilito che entro il 2030 si devono abbattere le emissioni di CO2 del 55% rispetto al 1990: ciò vuol dire che nei prossimi 10 anni dovremo diminuire l’anidride carbonica più del doppio di quanto fatto negli ultimi 30 anni. Entro il 2050 dovremo raggiungere la neutralità climatica, ovvero le emissioni dovranno essere compensate dall’assorbimento da parte delle foreste, dei terreni e di apposite tecnologie che sequestrano la CO2.
Nicola Armaroli, chimico, dirigente di ricerca al Cnr, direttore della rivista scientifica Sapere, autore del libro Emergenza energia. Non abbiamo più tempo, al Caffè Scienza di lunedì 22 marzo ha sottolineato l’urgenza di un cambio radicale del sistema energetico.
L’umanità è in transizione energetica dal 1800, da quando è passata dalla biomassa al carbone e poi al petrolio nel XX secolo. Le transizioni sono avvenuto finora nell’arco di circa un secolo ma ora abbiamo solo 30 anni, con oltre 7 miliardi di esseri umani sul pianeta e con una economia globalizzata e interconnessa.
Non è il pianeta Terra ad essere a rischio ma la specie umana e la civiltà che abbiamo costruito. Armaroli ha portato ad esempio lo scioglimento dei ghiacci in Antartide e in Groenlandia: l’aumento del livello del mare costringerebbe due miliardi di persone a spostarsi.
Eliminare la CO2 iniettandola nei giacimenti esausti di petrolio e gas, tecnica della quale si parla molto, è un progetto privo di fondamento e secondo il panel dell’Onu che si occupa di clima sarebbe necessario immettere 2 miliardi di tonnellate all’anno di questa sostanza per 50 anni.
Il professor Armaroli ha spiegato che la strada giusta è quella che prevede di sprecare meno energia, grazie all’efficientamento energetico, di elettrificare il più possibile, perché i motori elettrici sono molto più efficienti di quelli termici, e di smettere di bruciare per produrre energia.
Lo scienziato ha illustrato anche ciò che ognuno di noi può fare per contribuire al cambiamento, dall’auto elettrica (che non scambia materia con l’ambiente, è alimentata con elettricità rinnovabile, è riciclabile), all’abitazione, svincolata dal gas, con pannelli fotovoltaici, batterie per accumulare energia, riscaldamento e raffrescamento ottenuti con le sonde geotermiche.
Non è mancato il riferimento al problema delle scorie nucleari. Come si gestiscono i rifiuti? E chi paga i danni nel caso di incidenti (la centrale di Fukushima in Giappone ha provocato danni per 300 miliardi di dollari)? I siti candidati ad accogliere le scorie ad alta attività, alcuni dei quali individuati in provincia di Alessandria, sono solo temporanei, ma si dovrà poi trovare un deposito definitivo per un rifiuto che resta pericoloso per centinaia di migliaia di anni.
L’iniziativa rientra anche nel progetto ASAP Let’s change as soon as possibile che realizza iniziative volte a diffondere l’educazione alla sostenibilità ambientale. Scopri di più cliccando qui.
Qui potete rivedere l’incontro completo: