“Le cicale cantano nel nostro silenzio”: nel libro di Giorgio Bona tradizioni e culture dei luoghi abitati dalle mondine
Un libro che ripercorre tradizioni e culture dei luoghi abitati dalle lavoratrici del riso, un racconto che ha la profondità della storia vera e che si legge con il piacere di un romanzo. Lo scenario in cui si svolge Le cicale cantano nel nostro silenzio (A&B editrice) è parte della storia nazionale. Giorgio Bona, scrittore e traduttore, sarà ospite dell’Incontro d’autore di lunedì 20 dicembre alle 18 per presentare il suo libro insieme a Maria Grazia Caldirola e Fulvia Maldini che eseguiranno canti popolari di fine ‘800, melodie con cui le mondine accompagnavano il lavoro in risaia. È raccomandata la prenotazione del posto in sala tramite il form in fondo alla pagina.
In questa storia Maria si fa portavoce di tante altre sue compagne che hanno combattuto per i propri diritti. I fatti avvengono in precisi territori: terre descritte con cura e attenzione da un autore che è capace come pochi di guardare al passato. Figura reale e storica è Modesto Cugnoglio, l’‘‘avvocato dei contadini”, fondatore del giornale La Risaia, deputato socialista. Vero è ’l Biundin alias Francesco Demichelis, bandito sociale che animò con le sue scorribande le campagne vercellesi. Vero è il grande sciopero del maggio-giugno 1906 con al centro le mondine, che dopo giornate memorabili, con gli squadroni di cavalleria contrapposti alle scioperanti e i cortei che attraversavano la tranquilla città di Vercelli, impose alla fine, vincente, le 8 ore. E vere sono le condizioni della manodopera, soprattutto di quella femminile, la fatica bestiale del lavoro, la prepotenza dei padroni, dei fittavoli, che si consideravano ancora signori incontrastati su una popolazione in stato servile, e di cui Giorgio Bona offre una descrizione esemplare e toccante.
Nell’incontro Giorgio Bona parlerà anche di Da qui all’Eternit, il romanzo sull’amianto a Casale Monferrato. (Scritturapura). Anni ’80: la pubblicità vendeva a tutti il materiale del futuro, l’amianto. I bambini lo usavano per le capanne, i grandi per recintare gli orti e in tanti ne avevano approfittato per costruirsi casette abusive in riva al Po. La grande scritta “Eternit” in rosso su fondo giallo campeggiava come un vanto sulla parete dello stabilimento. Ma l’erba sul ciglio della strada aveva la tinta del fango ed era l’inizio di una tragedia.
Come stabilito dalla normativa vigente, per accedere alla sala sarà necessario essere in possesso della Certificazione verde COVID-19 (“green pass”) in corso di validità, in formato digitale o cartaceo, per le persone dai 12 anni di età in su. La certificazione andrà presentata agli addetti al controllo. Chi risulterà sprovvisto di certificazione verde in corso di validità non potrà accedere agli eventi, anche se in possesso di prenotazione. All’ingresso verrà rilevata la temperatura corporea e se superiore ai 37,5° non sarà consentito l’accesso. Tutti i partecipanti devono indossare la mascherina di protezione durante la permanenza nella sala conferenze e nei locali accessori. Tutti i partecipanti sono tenuti a disinfettarsi frequentemente le mani e sicuramente ogni qual volta vengano a contatto con superfici “comuni” utilizzando gli appositi gel messi a disposizione, sia all’ingresso dello stabile sia all’interno della sala conferenze.