Giovedì scorso, 4 ottobre, il sindaco di Alessandria Rita Rossa è stata ospite dell’Associazione Cultura e Sviluppo nell’ambito di un incontro con la cittadinanza organizzato in collaborazione con AlessandriaNews. Fra i vari argomenti affrontati, il sindaco ha voluto dibattere il tema delle prospettive e dei progetti futuri per la nostra città. Si tratta di un percorso molto delicato, dal momento che l’attenzione per le numerose emergenze rischia di allontanare il focus sugli impegni di lungo periodo. Siamo infatti, spiega Rossa, ancora in un momento di ricognizione e di definizione della reale entità del debito. Molte operazioni di spesa, negli anni passati, venivano compiute senza supporto di atti amministrativi, dunque non è possibile avere un quadro chiaro della situazione. Questa pesante eredità incombe sulla cittadinanza. La legge sul dissesto è molto chiara sul tema delle responsabilità degli attori coinvolti, ma molto meno precisa sulle conseguenze che ricadono sulla comunità, che di fatto subisce la situazione senza avere colpe dirette. L’impegno nel portare avanti la causa di Alessandria, anche di fronte agli alti vertici dello Stato, era esplicitato nel testo del decreto Salva Comuni, che è entrato in Consiglio dei Ministri con il nome del nostro capoluogo esplicitato. Purtroppo oggi sappiamo che, al momento, neppure questo è servito a garantire una qualche forma di aiuto economico alla città.
I progetti di lungo corso devono obbligatoriamente muoversi su un doppio binario: da un lato quello, imprescindibile, del risanamento, della riorganizzazione e del reperimento delle risorse necessarie a tamponare le emergenze. Il buco di bilancio è stato creato da una gestione sconsiderata delle finanze, che a fronte di un’entrata annuale di circa 80-90 milioni di euro, ne spendeva 105-110. Dall’altro il faro dello sviluppo, che deve illuminare percorsi che potenzialmente potrebbero dare nei prossimi anni nuovo respiro alla città. Il risanamento si sta attuando attraverso una manovra tariffaria che segue alla lettera le disposizioni legislative, l’anticipo completo dell’Imu e tutti quei provvedimenti che possono in qualche modo garantire nuove entrate e risorse disponibili. In questo ambito di azione rientrano anche i tagli e l’eliminazione delle disfunzioni che, negli scorsi anni, avevano condotto alla formazione di un apparato burocratico pesante e clientelare, spesso a gestione personalistica, con dispendio di denaro, di capacità e conoscenze. Molti uffici, per non parlare delle partecipate, ha continuato la Rossa, hanno aumentato posizioni e livelli al loro interno, i compensi delle dirigenze arrivavano a cifre notevoli. È necessario dunque riorganizzare queste strutture: una vera e propria spending review interna che preveda dei tagli, a partire però dall’alto (dalle posizioni dirigenziali), ed un controllo molto più stretto e attento delle spese, per esempio attraverso l’accentramento delle azioni economali e del controllo delle utenze.
Se agissimo solo per il risanamento tuttavia, ha continuato il sindaco, faremmo un’ottima azione contabile, ma senza prospettive per la città. Quella che è una tragedia per Alessandria può, se affrontata con fermezza, rivelarsi anche occasione per ridisegnare la città dal punto di vista urbanistico, organizzativo, amministrativo e sociale. L’elenco dei possibili volani di sviluppo è lungo. Ad esempio la questione del nostro tribunale: esso potrebbe giovare di un recente provvedimento legislativo che porta all’abolizione dei tribunali minori. Alessandria è stata la prima città a portare al Ministro della Giustizia un progetto a proposito, volto a corroborare e supportare il settore terziario di qualità che ruota attorno al settore giustizia, a trovare collaborazioni e contatti con l’università e creare nuove sinergie. Tanti altri sono i punti di interesse del nostro territorio: la Cittadella, la costruzione di un nuovo ospedale che permetta di esprimere pienamente quelle eccellenze soffocate dalle attuali strutture, il ridisegno urbanistico e la previsione di un piano regolatore che punti non all’occupazione di nuovo terreno edificabile, ma alla riutilizzazione dell’esistente. Non ultimi vengono l’attenzione per la crescita e lo sviluppo dei servizi educativi e il potenziamento della nostra università e del suo polo scientifico, che tante ripercussioni potrebbe avere anche a livello occupazionale sul territorio. Questo sviluppo non potrà però fare a meno di un rinnovato atteggiamento anche dei cittadini nei confronti del posto in cui vivono, più attento e partecipe. Bisogna ricostruire un senso di appartenenza, operazione che va oltre ad una mera riorganizzazione dei conti.
A cura di G. Guglielmi