“Una persona non può educare se non partendo da come è stata educata, questo è stato uno degli insegnamenti del grande maestro e professore universitario Riccardo Massa, persona straordinaria che ha insegnato a noi suoi allievi, che un insegnante deve riflettere sui propri maestri, su come ha affrontato le situazioni educative, su come è stato studente, su quali insegnanti buoni, meno buoni, ha avuto, e questo vale in particolare quando parliamo di infanzia.”
Inizia così la serata che ha visto il prof. Raffaele Mantegazza, ospite dell’ultimo incontro del Progetto Genitori della stagione 2024-25, proporre al pubblico in sala un interessante e interattivo incontro sull’infanzia. Ha poi proseguito: “Personalmente credo molto nell’importanza del partire da una riflessione su quella parte di noi che è stato bambino e che resta dentro di noi attraverso i ricordi e le memorie, perché tutti siamo stati bambini, abbiamo trascorso un’infanzia felice e serena, oppure, purtroppo, seminata da lutti, fatiche, anche situazioni traumatiche.
Questa sera sarà incentrata su alcune riflessioni che avranno come punto di partenza alcuni termini e iniziamo daI verbo ricordare, che è un’azione potentissima, perché la memoria è in tutto il corpo e porta con sé una dimensione emotiva dove l’apprendimento coincide con il toccare con il cuore; la memoria ti salta addosso e, partendo da una canzone, un gusto, un odore, apre un ricordo nella sua dimensione emotiva. Il senso del ricordo riattiva l’attesa, la capacità di essere passivi, di lasciare tempo alle cose che contano; il tema del ricordo ci abitua un po’ a rallentare e farci penetrare dalla realtà. ”La serata è proseguita con l’analisi di altri termini, quali il giocare che è diritto inalienabile, sancito dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia, ovvero, come ha specificato il prof. Mantegazza, “ha lo stesso valore del diritto allo studio, perché il bambino/ragazzo che sta giocando, sta imparando. Il gioco è perdere tempo, l’arte è una perdita di tempo, la bellezza è una perdita di tempo; Rousseau lo diceva bene nell’Emilio: educare significa perdere tempo, nel senso di vivere un tempo che non è immediatamente spendibile. Il diritto al gioco significa il diritto di fare una cosa che è totalmente fine a se stessa.” Per scoprire gli altri termini approfonditi dal prof. Mantegazza, vi rimandiamo alla visione integrale del video della serata.
Rivivi l’evento:
Non perderti l’intervista esclusiva:
Vuoi essere sempre aggiornato sugli eventi e gli appuntamenti del Progetto Genitori e di Cultura e Sviluppo?
Iscriviti alla nostra Newsletter: Clicca Qui!