È considerato un poeta intimista, ma sono tantissime le canzoni che cantano il mondo intorno a lui, da 1940 a Saigon, da Il signor Hood a San Lorenzo: insomma Francesco De Gregori non è il poeta del “cuore infranto”. Enrico Deregibus, giornalista e saggista, consulente e direttore artistico di svariati festival ed eventi musicali, quali “PeM ! Parole e musica in Monferrato”, è considerato il maggior esperto di De Gregori. L’autore è stato ospite dei Giovedì Culturali per la presentazione di Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni (Giunti, 2020), un libro dedicato al cantautore romano che in 720 pagine analizza tutti i brani incisi nei suoi dischi, con ampio spazio alla parte musicale. Francesco De Gregori. Mi puoi leggere fino a tardi (Giunti, 2015), opera precedente di Enrico Deregibus, racconta la crescita umana e professionale di questo artista riservato e un po’ “defilato” dalla scena pubblica.
“Ognuno ha il suo De Gregori. Ha scritto canzoni d’amore, non solo politiche. Sangue su sangue, per esempio, ha entrambe gli aspetti – ha detto Deregibus – Negli anni ha sviluppato un filone storico, molte canzoni parlano di episodi del 900 e non solo. Generale racconta la fine di una guerra, ed è un brano simbolico del modo del suo scrivere: parla anche di quotidianità, racconta la fine di una guerra anche metaforica. La canzone, infatti, fu scritta nel 78, la fine degli anni di piombo. Dopo le contestazioni della sinistra extraparlamentare al Palalido, quando alla fine del concerto subì un processo come non allineato al movimento, lasciò le scene musicali per un anno e pensava addirittura lasciare la musica. Poi arrivò l’ispirazione per Generale. Molte canzoni nascono dal suo inconscio e arrivano al nostro”.
Deregibus ha parlato anche del suo rapporto con Fabrizio De André. Il cantautore genovese ha vissuto a Roma per un periodo, dove incontra Luigi che lo invita ad ascoltare il fratello Francesco, al Folkstudio. Quando De Gregori lo viene a sapere si inventa La cacca di Piero, una parodia de La guerra di Piero, per mostrare la sua capacità di utilizzo delle parole. Sembrava una presa in giro ma De André scoppiò a ridere. Faranno poi un disco insieme, Volume 8.
Anche Bob Dylan è stata una fonte di ispirazione molto forte: De Gregori da giovane ha tradotto le sue canzoni, una prova non è facile perché l’artista americano è metaforico e i testi pieni di simbolismi. De Gregori comunque è riuscito ad adattare Dylan alla lingua italiana.
Tra le sue canzoni, Deregibus ha citato Caterina, Bene, La storia, Falso movimento, Ciao ciao: “Prediligo le canzoni meno note”.
Il successo strepitoso de La donna cannone è dovuto anche al fatto che all’epoca avevano successo le musiche elettroniche e questo brano sembrava venire da un altro mondo. Deregibus ha ricordato che la canzone nasce dall’introduzione di pianoforte e che l’idea del testo deriva da una notizia di una donna scappata da un circo. Monica Vitti gli chiese di fare la colonna sonora del film Flirt. Lui le fa sentire anche La donna cannone e l’attrice resto abbagliata e la volle nel film. “De Gregori non l’ha amata, non è tra le sue canzoni più belle, anzi il testo è uno dei più brutti. Ma con la musica e l’interpretazione si crea una magia particolare”.
La serata è stata moderata da Maria Grazia Caldirola e Giorgio Barberis. Gianluca Bianchi, accompagnato alla chitarra da Dino Porcu, ha eseguito alcuni brani del cantautore.
Qui potete rivedere l’incontro