Media e rivoluzioni. Storie tra Oriente e Occidente
La cosiddetta rivoluzione digitale ci ha reso sempre connessi e in grado di comunicare istantaneamente con persone di tutto il mondo, mettendoci a disposizione una quantità potenzialmente infinita di informazioni e opportunità, e forse illudendoci di poter abbattere ogni tipo di barriera davanti a noi, rendendo le nostre società davvero “globali”. Allo stesso tempo queste stesse opportunità hanno portato con sé enormi rischi, e conseguenze di carattere economico, sociale e culturale. I “problemi della comunicazione” non conducono, però, agli stessi esiti e molto hanno a che fare con i Paesi dove questi si sviluppano, portando con sé significativi fattori identitari, e soprattutto politici (differenze tra regimi).
La grande sfida del nostro tempo – spesso interpretata come una netta contrapposizione – sembra ormai essere quella tra mondo occidentale (Stati Uniti ed Europa) ed estremo oriente, identificato quasi esclusivamente con la Repubblica Popolare Cinese, sempre più protagonista in ambito internazionale, nonché capace di attraversare profondi cambiamenti al proprio interno. Lo studio dei mezzi di comunicazione in Cina costituisce un tema di sempre maggior interesse e dibattito. L’uso di nuove e potenti tecnologie nei media ha, infatti, contribuito a rivoluzionare il mondo della comunicazione e dell’informazione cinesi e lo ha fatto a tal punto che la questione non è più relegabile al solo piano nazionale, ma si è divenuta globale. Nel corso degli ultimi settant’anni, la Rpc ha sperimentato nuove tecnologie e forme di comunicazione che hanno avviato un processo di rafforzamento dell’identità nazionale, ancora in atto. In questo processo – ulteriormente accelerato dal periodo pandemico – fattori legati al controllo della popolazione, alle necessità di mercato e alle spinte identitarie hanno contribuito a costruire e plasmare l’identità nazionale, attraverso diversi mezzi, spesso in continuità tra loro (giornali e radio, televisione e cinema, social media e app).
Nell’appuntamento di venerdì 31 marzo alle 18 (è raccomandata l’iscrizione tramite il form in fondo alla pagina), dal titolo Media e rivoluzioni. Storie tra Oriente e Occidente saranno nostri ospiti Gabriele Balbi, docente di Media Studies all’Università della Svizzera Italiana, e Gianluigi Negro, sinologo ed esperto di storia dei media cinesi, a presentare le loro ultime pubblicazioni e a proporre un’interpretazione critica rispetto all’utilizzo dei media nella società contemporanea. Quali sono le principali trasformazioni che i media hanno attraversato negli ultimi decenni? Quali possono essere i problemi ai quali andiamo incontro? Quali possono essere i potenziali usi ideologici e propagandistici dei nuovi media? In Paesi come la Cina, quali possono essere le conseguenze degli strumenti di propaganda e controllo dell’opinione pubblica?
A dialogare con i due autori sarà Fabio Lavagno, docente di lingua e cultura cinese in due istituti superiori del territorio, nonché autore di recenti contributi sul pensiero politico di Xi Jinping. Lavagno riporterà il suo punto di vista di chi studia e insegna la Cina alle giovani generazioni, dall’Italia, portando anche la sua esperienza vissuta a Taiwan, dove può essere osservato un punto di vista talvolta controverso, ma che può funzionare anche da lente d’ingrandimento per osservare sia la cultura occidentale, che quella cinese-confuciana. Introduce e modera Maria Elisabetta Lanzone, docente, co-fondatrice dell’Associazione PerCorsi.
Gabriele Balbi è professore ordinario in Media studies presso l’Istituto di media e giornalismo all’Università della Svizzera italiana. Tra i suoi incarichi istituzionali, è direttore del Bachelor in Comunicazione, direttore dell’Osservatorio sui media e le comunicazioni in Cina e vice-chair della Ica Communication History Division. La sua principale area di ricerca è la storia dei media. Gianluigi Negro è professore associato presso l’Università di Siena dove insegna lingua e cultura cinese. È coordinatore del double degree in Lingue per la Comunicazione Interculturale e per l’Impresa tra l’Ateneo senese e l’Università di Wenzhou. Le sue ricerche si focalizzano su storia dei media cinesi, Internet governance ed utilizzo dei media tra la comunità sino discendente in Italia. Fabio Lavagno è docente presso l’Iis Balbo di Casale Monferrato, dove insegna lingua e civiltà cinese; tiene corsi presso il Liceo Amaldi di Novi. Nel 2018 ha ottenuto il Huayu Enrichment Scholarship Program promosso dal Ministero degli Affari Esteri di Taiwan. È co-fondatore dell’Associazione PerCorsi, oltre che autore di contributi in riviste nazionali e internazionali.