L’assemblea pubblica che ha avuto sede a Cultura e Sviluppo, con dibattito ed interventi di assessori e consiglieri comunali, è stata una delle attività programmate in occasione della Settimana Europea della Democrazia Locale dal titolo Diritti umani per comunità locali più inclusive. Si tratta di un’iniziativa proposta dal Consiglio d’Europa nel 2007 per promuovere il dialogo fra le istituzioni ed i cittadini e quindi la partecipazione alla cosa pubblica. Nella nostra città quest’anno sono state coinvolte diverse realtà come l’Istituto Vinci, l’Università del Piemonte Orientale (dottorato di Ricerca in Autonomie Locali), l’Istituto per la Storia della Resistenza, l’Università delle Tre Età e l’Associazione Cultura e Sviluppo.

La serata è stata introdotta da Jörg Luther, docente di Diritti Fondamentali Europei presso l’Università del Piemonte Orientale. Oggi il tema della politica desta enorme irritazione nell’opinione pubblica, anche perché sono sempre maggiori le incertezze quotidiane di fronte alle quali essa ci pone, generando forti preoccupazioni per il nostro futuro e per quello delle generazioni a venire. Ovviamente la democrazia è messa alla prova da questi sentimenti e dalla situazione che ne deriva. Giunti ad un momento di grande crisi del sistema dei partiti, quella che deve essere stimolata è la partecipazione individuale ed il senso di responsabilità del singolo cittadino nei confronti delle varie comunità (a partire da quelle locali) di cui è membro. Il cittadino deve recuperare il suo diritto attivo di fare domande e ricevere risposte. Se questo circolo virtuoso ha inizio, anche le istituzioni ne avranno beneficio, dal momento che queste saranno di fronte a quadri di intervento più chiari, con la possibilità di compiere scelte più appropriate e vicine alle necessità della cittadinanza. La vera democrazia è quella che si sviluppa in un’assemblea reale, fra persone che attraverso il dialogo diretto possono scambiarsi idee ed opinioni, secondo una dinamica costruttiva e propositiva.

Il dibattito è stato aperto dall’intervento dell’Ing. Ferralasco (Assessore alla Qualità urbana e sviluppo sostenibile), che ha iniziato a rispondere alle domande selezionate per questa occasione, riguardanti le materie di sua competenza. L’Assessore ha parlato del piano regolatore alessandrino, uno strumento ormai piuttosto datato che sia la normativa sia il buon senso consigliano di revisionare. Nel progetto di rinnovamento del piano regolatore è sicuramente presente l’intenzione di limitare il consumo di territorio per l’edificazione a favore di un maggiore impiego di risorse nel recupero di ciò che già il centro urbano offre. Ovviamente si valuterà un approccio diverso rispetto alle attività produttive che potrebbero insediarsi nel nostro territorio.

Altre domande a lui rivolte hanno toccato alcuni nodi del dibattito cittadino storico, come la messa in sicurezza del cavalcavia del quartiere Cristo e le operazioni di dragaggio dei fiumi. Inoltre si è introdotto il tema della mobilità urbana, riconoscendo che al momento l’attuale fruizione del centro storico è sbilanciata a favore/sfavore delle automobili. Sono già allo studio provvedimenti per la revisione del traffico urbano e la deviazione dei flussi automobilistici sulle circonvallazioni.

La parola è passata dunque alla dott.ssa Trifoglio, Assessore alla Salute e Pari Opportunità, che ha riconosciuto le eccellenze del nostro ospedale, ma allo stesso tempo le limitazioni strutturali che ne suggerirebbero un completo ripensamento, purtroppo non attuabile a causa della mancanza di risorse. Anche sul piano delle pari opportunità purtroppo gli interventi sono drasticamente limitati dalla precarietà finanziaria del comune. Il riconoscimento dei diritti dei cittadini, e fra questi delle categorie più esposte come quelle degli anziani e dei disabili, si deve scontrare con questa situazione, pur trovando fonti di grande ricchezza e vitalità nelle attività di volontariato.

L’assessore Puleio (Sistema educativo, comunità, benessere dei bambini) ha parlato dei servizi educativi alessandrini, da sempre fiore all’occhiello della città e delle scelte compiute negli ultimi anni. Pur sostenendo il sistema integrato dei servizi (pubblico e privato), il comune deve avere un ruolo di garante verso di essi, trattandosi dell’educazione dei cittadini di domani.

Anche il settore della cultura necessita della sinergia con i privati, in un momento in cui rischia di soccombere non facendo parte dei servizi essenziali del comune. Questo secondo l’Assessore Barberis (Diritti e beni comuni: Cultura, Lavoro, formazione e partecipazione), il quale ha ricordato che le risorse azzerate del settore cultura non significano che non si possa fare nulla. Anzi, è il momento di valorizzare le diverse esperienze e realtà culturali del nostro territorio e di metterle in rete per creare sinergie e mettere in moto progetti ed idee.

Porre un confine tra il tecnico ed il politico è un errore, ha detto invece l’Assessore al Bilancio Pietro Bianchi. La politica deve fornire degli indirizzi e servirsi dei tecnici per compiere scelte oculate. Una vera e propria integrazione in cui il primato rimane comunque della politica. Il ruolo del tecnico è quello di dare alla politica gli strumenti critici per capire cosa sia possibile attuare con le risorse a disposizione, ma i campi di intervento verranno decisi in base alle priorità dell’ente. Interrogato sui sacrifici che la città dovrà affrontare, l’assessore ha confermato che questi saranno molti a causa della situazione disastrosa delle finanze comunali. Il dissesto non è stato voluto, ma solo riconosciuto e questo ha fatto scattare una serie di disposizioni pesanti per la città, in particolare l’aumento dei costi dei servizi e di tutte le tariffe. Tuttavia, per rendere più sopportabili questi provvedimenti, è necessario considerarli non come mere spese, ma come investimenti per far ripartire e rinascere la nostra città.

Il sindaco Rita Rossa ha risposto infine a domande attinenti il diritto ad avere un’abitazione, le prospettive per il turismo (limitato dalla scarsità delle infrastrutture e delle comunicazioni del nostro territorio con quelli contigui). Ha parlato inoltre di sicurezza urbana, che non può essere semplicemente il frutto di misure di controllo e repressione. Bisogna investire su un modello di solidarietà che tenga unita la comunità, in un’ottica di rispetto e civiltà. La sicurezza è promossa anche da una cultura della legalità, che deve partire dalle istituzioni e trasferirsi alla cittadinanza. Moltiplicare i centri di controllo senza investire sulle relazioni sociali è quasi completamente inutile.