Arrivare nello spazio significa avere prestigio politico e scientifico. Ora si parla del ritorno dell’uomo sulla Luna e della missione umana su Marte. Sono i temi che ha trattato Lorenzo Marchino, ingegnere aerospaziale che lavora a Thales Alenia Space, un’eccellenza tecnologica mondiale che ha una delle sedi a Torino. Sono quattro le aree in cui opera la joint venture tra la francese Thales e l’italiana Leonardo: le telecomunicazioni, l’osservazione della Terra, la navigazione e l’esplorazione spaziale. A Torino ha sede il centro di esplorazione spaziale umana e l’ingegner Marchino fa parte del team che progetta i moduli pressurizzati abitativi e logistici.

Il relatore ha illustrato le caratteristiche dalla Stazione spaziale internazionale Iss, alla quale l’Italia ha dato fondamentali contributi: più estesa di un campo da calcio, si trova a 350 km di altitudine, ha una velocità orbitale di 28 mila km orari (22 volte la velocità del suono) che le consente di compiere un’orbita intera intorno alla Terra in un’ora e mezza (gli astronauti vedono 16 albe e 16 tramonti in 24 ore). Dal novembre 2000 è abitata in maniera continuativa da 6 persone che vivono in condizioni di microgravità.

Marchino ha mostrato le immagini dei moduli principali della Iss, da quelli che contengono le cuccette per gli astronauti, i banchi di lavoro, gli spazi per lo stivaggio e il polo dove attraccano le navette, a Columbus, il laboratorio principale dell’Agenzia Spaziale Europea. Il nodo 3 è il più affollato, ci sono i bagni e gli spazi per l’esercizio fisico. La cupola è la finestra sullo spazio: alta 1 metro e mezzo per 3 metri di diametro, serve per il controllo delle attività robotiche all’esterno, delle passeggiate spaziali e dell’avvicinamento dei moduli logistici ma ha anche lo scopo di combattere l’isolamento durante i sei mesi di permanenza degli astronauti. Cygnus, a cui lavora l’ingegner Marchino, è il modulo logistico che fa arrivare rifornimenti e gli esperimenti su Iss e riporta a Terra i rifiuti.

Il Programma Artemis sarà trampolino di lancio per le missioni nel sistema solare, i progetti sono in fase ormai molto avanzata. Artemis è la sorella di Apollo, il dio greco che aveva dato il nome al programma americano della Luna negli anni 70.

Nel 2019 è stato annunciato che l’uomo sarebbe tornato sulla Luna, per rimanervi, entro il 2024 ma la prima missione umana è stata spostata di un anno. Si parla della prima donna e del tredicesimo uomo sulla Luna. Il progetto prevede di atterrare al polo sud lunare perché all’equatore la notte è lunga 14 giorni e non ci sarebbe abbastanza luce per i pannelli solari. Inoltre è stata trovata acqua nelle zone in ombra del polo sud, utile per produrre idrogeno, il combustibile dei razzi, che partirebbero dalla Luna per Marte e forse per Giove. La prima fase prevede tre missioni, la prima di test tecnologici, la seconda con l’equipaggio a bordo e l’ultima con lo sbarco dell’uomo sulla Luna. Si farà anche l’assemblaggio in orbita della futura stazione spaziale.

La fase 2 prevede di testare tutte le tecnologie, le procedure e i sistemi per raggiungere Marte. Sulla Luna si utilizzeranno rover pressurizzati per spostarsi anche di centinaia di chilometri e moduli abitativi per la colonizzazione del polo sud.

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