“Spesso si pensa che l’anatomia umana sia antica, ma un tempo era proibito sezionare il cadavere. Il corpo umano è stato considerato inviolabile fino al tardo Medioevo. Per il mondo greco lo era a causa dell’impurità del corpo, per il Cristianesimo e l’Islam lo era per la sacralità. Con lo sviluppo delle università e dei grandi ospedali, cambia anche l’atteggiamento della Chiesa che non si oppone più in maniera drastica”. E con la dissezione dei cadaveri la medicina ha avuto veramente una svolta, come ha spiegato il professor Paolo Mazzarello, uno dei più autorevoli storici della medicina, ordinario all’università di Pavia e autore del libro Storia avventurosa della medicina, che ha presentato nell’incontro del Caffè Scienza.

In realtà per due secoli l’anatomia non cambia, il professore leggeva dall’alto della cattedra i testi di Galeno, basati su maiali e scimmie, in basso un assistente indicava al barbiere chirurgo dove tagliare. Chi conosceva l’anatomia dei testi classici non si sporcava le mani facendo la dissezione. È solo Vesalio nel 1543 a scendere dalla cattedra e a dissezionare il corpo umano. “Desacralizzare il corpo umano è stato preliminare alla desacralizzazione dell’universo, infatti nello stesso periodo appare la nuova raffigurazione dell’universo di Copernico” ha spiegato il professor Mazzarello.

“Anticamente la concezione delle malattia era fluida: il corpo umano era considerato come un vaso in cui confluiscono umori. La salute è l’equilibrio, il disequilibrio è la malattia. Con Giovanni Battista Morgagni nel 700 a Padova nasce la concezione solidistica delle malattie e la conoscenza moderna. Egli ha pensato a vedere i sintomi che una persona ha in vita e, dopo la morte, la morte accertare quali organi sono alterati”.

Nel libro, l’autore raggruppa i filoni della medicina in dodici capitoli che comprendono la dissezione anatomica, l’evoluzione del concetto di normalità e, per contrasto, di patologia, la circolazione del sangue, la teoria microbiologica delle malattie infettive, le vaccinazioni e l’immunologia, l’igiene e l’antisepsi, la chemioterapia, l’anestesia, la radiologia, le neuroscienze, l’arte del nascere e la scoperta dell’insulina. Per ogni filone descrive i punti di svolta, i momenti che hanno prodotto una trasformazione sostanziale destinata a incidere in profondità nella medicina: un cammino non convenzionale della medicina, una lunga catena di vicende epiche, di grandezza e miseria, di coraggio e vigliaccheria, di trionfi e fallimenti, di abnegazione e meschinità.

L’Ottocento è considerato il secolo della chirurgia: sino ad allora il capo, il torace e l’addome erano considerati inviolabili. Fino all’introduzione dell’anestesia si praticava solo una chirurgia di superficie.

Mazzarello ha ricordato Lady Montague, moglie dell’ambasciatore britannico a Costantinopoli a fine 700, che vede le donne del posto prelevare materiale purulento da pazienti con una forma leggere di vaiolo e iniettarlo a pazienti sani che poi si ammalavano in modo leggero. Se avveniva un’epidemia, chi si era fatto variolare non si ammalava. Grazie alla sue conoscenze, Lady Montague ha diffuso la conoscenza di questa tecnica che è arrivata alla famiglia reale inglese, già devastata dal vaiolo, la quale ha ampiamente sostenuto tale pratica. Altre nome fondamentale è quello di Florence Nightingale che ha creato la professione infermieristica a partire dalla guerra di Crimea.

Nell’incontro, il professore ha parlato anche di spillover o salto di specie, una conoscenza recente nella storia della medicina ma che ha origine circa 10 mila anni fa quando sono nate le popolazioni stanziali. La stretta vicinanza con gli animali ha provocato il passaggio di agenti infettivi agli esseri umani, spesso con la mutazione degli agenti infettivi. Una situazione non molto diversa dai wet market cinesi dove gli esperti hanno contatto fino a 100 specie diverse di animali vivi.

Un capitolo del libro è dedicato al cervello. Mazzarello ha parlato in particolare di neuroscienze, una definizione introdotta nel 1962 per un campo multidisciplinare che dipende dall’anatomia, dalla matematica, dalla fisica e altre discipline. “Lo studio del cervello è il confine filosofico della biologia. La vita deriva da leggi chimico-fisiche e questo non ha quasi più segreti. Ma nel cervello avvengono fenomeni che ancora non si riescono a spiegare. Un cervello intero ci dà la coscienza, se è danneggiato se ne perde una parte. In una sinapsi che collega due neuroni non c’è coscienza, e nemmeno se lo moltiplichiamo per 10. Ma allora come mai con 100 miliardi di miliardi di sinapsi viene fuori la coscienza? Il cervello è un organo alchemico che trasforma materia in pensiero”.

In conclusione, il professore ha ricordato che i due fattori che hanno modificato la demografia umana sono stati le vaccinazioni e gli antibiotici.