Come consuetudine, il primo Caffè Scienza della stagione si tiene in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Quest’anno l’aspetto scientifico sarà ampliato anche ai temi sociali e di legalità. Lunedì 19 ottobre alle 17,30 in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube dell’Associazione (vedi in fondo all’articolo) sarà ospite Gian Carlo Caselli, già magistrato, membro del Consiglio superiore della magistratura, capo della procura di Palermo, del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, rappresentante italiano presso Eurojust, procuratore generale presso la Corte d’appello di Torino e procuratore capo, attualmente presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
Non tutto il cibo che arriva sulle nostre tavole è dannoso per la salute o frutto di filiere illegali, ma i ‘draghi’ e i ‘camaleonti’ che camuffano prodotti di largo consumo spacciandoli per genuini, buoni e giusti sono un pericolo da cui imparare a difendersi. L’agroalimentare “tira”, muove oltre 270 miliardi di euro e occupa 2,5 milioni di persone, è un pilastro dell’economia nazionale. Il principale fattore di traino è l’eccezionale appeal del made in Italy, un potentissimo ambasciatore di qualità ovunque nel mondo. E quel che “tira” logicamente “attira”, per le opportunità che offre, trovando soggetti senza scrupoli pronti a sfruttare, sofisticare, adulterare. Le conseguenze sono opacità, scorrettezze e veleni che ci ritroviamo a dover consumare e avallare senza saperlo.
Pur riconoscendo l’attenzione crescente riposta nel cibo buono, sano e giusto, C’è del marcio nel piatto (ed. Piemme), un’autorevole e accurata indagine sul campo – condotta da Gian Carlo Caselli, oggi presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, e da Stefano Masini, docente di Diritto Agroalimentare all’Università di Tor Vergata – denuncia l’esistenza di una vera e propria task force criminale, che allinea di volta in volta operatori prepotenti, spregiudicati e maliziosi, in grado di offendere i diritti essenziali alla salute e di deludere le lecite aspettative del consumatore in termini di gusto, natura e autenticità.
Eppure sconfiggere i draghi avvelenatori del cibo è possibile. C’è bisogno di conoscerli e stanarli per riporre al centro della nostra spesa ciò che vogliamo in termini di sicurezza e qualità.