Per continuare a parlare di cambiamento climatico, anche in un periodo in cui prevale l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, il Caffè Scienza ha organizzato in diretta streaming l’incontro con Paola Rivaro, professore associato presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università degli Studi di Genova, dal 1994 coinvolta nel Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Ad oggi, ha preso parte a 9 spedizioni nel Mare di Ross e nell’ultima, da gennaio a febbraio 2020, ha svolto il ruolo di coordinatore scientifico.
La professoressa ha presentato le principali attività scientifiche svolte a bordo della nave ‘Laura Bassi’, acquistata dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste nel maggio 2019 grazie ad un finanziamento del MIUR, prima nave da ricerca oceanografica italiana rompighiaccio.
Seconda l’Agenzia nazionale statunitense che si occupa di clima e meteo, il 2019 è stato il secondo anno più caldo rispetto alla media nel periodo preindustriale. Il 2016 è stato l’anno più caldo dal 1880 (da quando si hanno misurazioni affidabili di temperature), seguito da 2019, 2015, 2017 e 2018. Il 2019 ha avuto una temperatura media globale terreste superiore di 1,15 °C rispetto alla media del XX secolo. I nove anni più caldi sono tutti dopo il 2005.
È ormai riconosciuto che il riscaldamento globale è certo, con probabilità maggiore del 99 per cento, e che le forzanti antropiche siano responsabili di oltre 50% dell’aumento di temperatura tra il 1951 e 2010 (maggiore 95%)
Il cambiamento è dovuto all’aumento della concentrazione di gas climalteranti e alla riduzione della capacità del pianeta di riflettere la radiazione solare per la diminuzione della superficie coperta da ghiacci. Le regione polari son quindi zone estremamente sensibili al cambiamento climatico. Anche se sono una parte limitata della superficie terrestre, ciò che accade influisce notevolmente sulla circolazione delle correnti oceaniche e atmosferiche. L’Antartide è considerato il motore del freddo del pianeta. Le acque profonde che si generano in Antartide trasportano nelle profondità oceaniche freddo, ossigeno e gas climalteranti.
La professoressa ha poi spiegato lo scopo delle missioni oceanografiche per valutare la vulnerabilità dell’oceano antartico, capire come il sistema si adatterà ai cambiamenti climatici e come si comporterà in futuro e illustrato come avvengono i campionamenti delle acque e l’utilizzo degli strumenti per l’acquisizione dei dati.
La rotta nell’ultima spedizione ha raggiunto il margine più estremo del mare di Ross. Altra record della missione è stato l’utilizzo del primo glider italiano, un sorta di aliante subacqueo che si sposta grazie alle correnti sottomarine e raccoglie dati fin dove la nave non può arrivare.
Le variazioni nelle proprietà termiche, la salinità delle acque e il trasporto gas che vengono iniettate nella circolazione globale sono cambiati rispetto a 20 anni fa ed è anche un’evidenza la variazione dell’ossigeno trasferito nelle acque profonde.