“Noi siamo coloro che restano isolati da febbraio a novembre alla base italo-francese Concordia in Antartide. Il personale francese si occupa della logistica, gli italiani, tramite Enea e Cnr con il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, della parte scientifica”. Massimiliano Catricalà, station leader, ha introdotto così il collegamento che la rete dei Caffè Scienza (Associazione Cultura e Sviluppo, Caffè Scienza Firenze-Prato e Formascienza Roma) ha effettuato in diretta con i ricercatori winterover. Insieme a lui l’astrofisico Thomas Gasparetto, la glaciologa Alessia Nicosia e altri tecnici responsabili delle attività della base.

La stazione Concordia è costituita da due torri, si trova a 1.300 chilometri dalla costa e a 650 dalla base più vicina. Durante l’inverno polare sono presenti 13 persone. Oltre a temperature intorno a -65 °C, c’è una pressione atmosferica molto bassa, il 30 per cento in meno di ossigeno rispetto alle condizioni normali e un’umidità che raggiunge al massimo il 6-7 per cento. “Tutti fattori che contribuiscono ad affaticare facilmente il corpo umano” ha spiegato lo station leader.

Fisica dell’atmosfera, astrofisica, glaciologia e biomedicina sono le ricerche alle quali si dedicano gli studiosi presenti a Concordia. In inverno si effettuano principalmente manutenzione e attività di osservazione.

“I carotaggi dei ghiacci si fanno solo in estate, in inverno eseguiamo monitoraggio e campionamento di neve superficiale – ha spiegato la dottoressa Alessia Nicosia – con un progetto abbiamo ricostruito la composizione chimica delle atmosfere di 800 mila anni e si arriverà fino a un milione 200 mila anni. I campionamenti servono invece per studiare le interazioni all’interfaccia neve-atmosfera”.

“Questo è un sito unico al mondo per la pulizia del cielo, lontano da ogni inquinamento, tranne quello provocato da noi stessi, anche luminoso – ha illustrato l’astrofisico Thomas Gasparetto – D’estate si studia anche la corona solare. Le finestre osservative hanno il vantaggio dell’altitudine e dell’aria molto secca. Durante la notte artica a partire da maggio il sole non sorge più e c’è un centinaio di giorni di notte perenne. Questo ci consente anche di studiare le sorgenti di possibili pianeti extrasolari”.

A Concordia è presente anche un medico dell’Esa che tiene quotidianamente sotto controllo le persone presenti con test e prove. Le condizioni del futuro viaggio su Marte sono paragonabili a quelle dell’Antartide. Gli esami biometrici servono per valutare come reagiscono le ossa, i muscoli e il sonno in condizioni estreme. “Siamo stati selezionati e preparati per vivere questi mesi di isolamento. Siamo più isolati degli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale perché per alcuni mesi siamo del tutto irraggiungibili. Ma siamo dei privilegiati, ci onora essere qui per la scienza” hanno detto i ricercatori.

Dal pubblico, e in particolare dagli studenti che hanno seguito la diretta, sono giunte molte domande che hanno riguardato le caratteristiche della costruzione della stazione Concordia e le condizioni del luogo, i rischi che corrono i lavoratori, la quotidianità oltre il lavoro, le condizioni psicologiche della vita in isolamento.

Qui potete rivedere l’incontro