“Siamo nel millennio delle scienze della vita, dobbiamo farle conoscerle. Avere cittadinanza scientifica è fondamentale”: il professor Carlo Alberto Redi è stato ospite dei Caffè Scienza insieme alla professoressa Manuela Monti per la presentazione di Prepararsi al futuro. Cronache dalle scienze della vita edito da il Mulino. Ripercorrendo le tappe fondamentali della ricerca biologica, il libro racconta la storia straordinaria delle nostre conoscenze, dalle origini della vita fino alle scoperte più avanzate, come quella che consente di modificare e riscrivere il genoma di qualsiasi essere vivente.

Manuela Monti insegna Istologia ed embriologia all’Università di Pavia e svolge ricerche in collaborazione con istituti negli Stati Uniti e in Giappone. Carlo Alberto Redi, accademico dei Lincei, docente di Zoologia all’Università di Pavia, è presidente del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. Insieme hanno pubblicato Genomica sociale (2018), Dna. La vita in tre miliardi di lettere (2019), Che cosa sono le cellule staminali (2021).

In dialogo con il professor Elia Ranzato, docente di Anatomia comparata e citologia all’Università del Piemonte Orientale, i due scienziati hanno iniziato parlando di Luca (last universal common ancestor), il progenitore comune di tutti gli essere viventi. “Dal big bang si sono originate molecole tra cui l’rna e il dna e di conseguenza le prime forme di vita. Il precursore è stato Luca, poi comparso l’uomo, fino a Sapiens che ha convissuto e poi eliminato Neanderthal. Dal corno d’Africa, Sapiens ha iniziato a migrare per colonizzare tutto il mondo” ha spiegato la professoressa Monti.

Carlo Alberto Redi ha sottolineato che “non esistono razze, è un dato scientifico. se sequenziamo il dna di un gruppo ristretto come le persone presenti in questa sala, le variabili sono più alte rispetto a prendere a caso alcune persone a caso per il mondo. Neanderthal mangiava quando capitava. Sapiens era invece agricoltore e mangiava tutti i giorni, ma ha dei sono geni del Neanderthal che gli consentivamo di tenere la glicemia alta: questa è la causa del diabete”.

Sulla clonazione, Manuela Monti ha ricordato che ci sono stati scienziati nel corso dei secoli che hanno provato: “Si tratta di prelevare un nucleo di una cellula e inserirla in un altra cellula dove era stato tolto. Una cellula è in grado di riprogrammarsi: ad esempio mettendo una cellula della pelle in una cellula uovo privata del suo nucleo originario. Ma nessuno vuole clonare l’uomo, è difficile e perché mai dovremmo farlo? Chi fornirebbe le cellule uovo che farebbero da incubatore?”.

A proposito di cellule staminali la professoressa ha spiegato che “sappiamo manipolare cellule multipotenti, per curare tumori del sangue. Le cellule progenitore delle cellule del sangue, infuse in un paziente, occupano spazi del suo corpo per ricevere informazioni per differenziarsi. Sappiamo coltivare cellule per creare la pelle per grandi ustioni o per patologie della cornea. Possiamo creare in laboratorio organi in miniatura per studiare l’effetto dei farmaci o per capire come si formano le metastasi”. Il professor Redi ha ricordato la rilevanza di umanizzare il genoma dei maiali perché, avendo una massa simili a quella umana, è possibile ottenere organi a disposizione senza i geni del rigetto”.

Nel libro si tratta anche di genomica sociale, ovvero di come la vita quotidiana influenzi il nostro dna. “Lo stato di salute dipende dalla qualità della vita. Esistono modificazioni epigenetiche trasmesse ai nostri figli e nipoti. Ci sono studi che dimostrano modificazioni a carico di geni che portano a patologie cardiovascolari nei figli di padri abusati sessualmente. I bambini che nascono da madri denutrite e che non riescono a prendersi cure dei figli, non crescono in altezza e tutto ciò che non hanno avuto nei primi mille giorni, tra cui anche l’affetto e nutriti, porta a obesità prematura e a patologie cardiovascolari e alla morte prima dell’adolescenza”.

“La dove c’è pericolo, c’è salvezza. Non non abbiate paura della scienza e dei suoi progressi. L’intento degli scienziati è quello di migliorare la nostra esistenza” hanno concluso Redi e Monti.