“Essere scienziati vuol dire cercare di capire la natura: il modo esterno ci risponde e ci bacchetta quando sbagliamo, non si può imbrogliare. Il metodo scientifico ci mette in contatto con l’universo”. Roberto Battiston, professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha presentato al Caffè Scienza il suo ultimo libro,  L’alfabeto della natura. La lezione della scienza per interpretare la realtà (Rizzoli, 2022), in dialogo con Elia Ranzato, professore associato di Anatomia comparata e citologia all’Università del Piemonte Orientale, e Massimo Volante, fisico e presidente del Gruppo Astrofili Galileo di Alessandria.

“Con la pandemia la società ha superato un esame con la sufficienza. Galileo ci ha insegnato che il libro della natura è scritto con termine geometrici e matematici. Interpretando i dati possiamo anticipare il futuro. Ad esempio l’andamento epidemico era prevedibile ma si aveva paura di affrontare questo tema. C’è un margine di errore che si cerca di ridurre il più possibile ma è l’essenza stessa della scienza ad avere un livello di incertezza” ha spiegato il professore.

Per quanto riguarda l’analfabetismo scientifico, Battiston ha detto che si tratta di un tentativo di difesa da una debolezza che non si riesce a gestire: “Molti escono dalla scuola con un conto aperto con la matematica. Nella storia della specie umana la scienza non è presente. Ci può aiutare se impatta bene con la nostra vita ma non è inserita nella nostra struttura culturale. Il retto modo di ragionare è fondamentale, arrivare alle conclusioni implica un rigore che nella società è ormai sorpassato. Errori un tempo fatali ora sono considerati veniali. Ma le società che più credono di più nel futuro investono in scienza e ingegneria”.

Nell’incontro si è parlato anche dell’incidente dell’equinozio d’autunno. Il 26 settembre 1983 fu evitata per un soffio una guerra nucleare. Il colonnello Petrov, in un turno di controllo del sistema missilistico russo, vide comp

arire un allarme per l’arrivo di missili nucleari dagli Stati Uniti. In pochi secondi era richiesta una reazione. Ma il fatto che fossero segnalati solo cinque missili e non fossero stati intercettati dai radar di terra fece riflettere il militare. Il sistema di satelliti di osservazione era stato abbacinato dal riflesso del sole sulle nuvole perché durante l’equinozio c’erano condizioni molto particolare di luce. E così, pensando in modo scientifico, evitò una catastrofe nucleare.

Battiston ha parlato anche di energia ricordando che petrolio, gas, carbone e uranio sono concentrati in alcune zone del mondo e sono fonte di tensioni politiche. Puntando su fotovoltaico e eolico, tra cinque-dieci anni l’energia potrà costare molto meno di oggi. Il sole è l’unica sorgente di energia del pianeta ed è pari a 10 mila volte quella richiesta attualmente sul pianeta, Si potrebbero rimpiazzare tutti i fossili, ma le tecnologie a basso prezzo sono presenti solo da pochi anni.

Qui potete rivedere l’incontro